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Chi era Piero Palagi, pioniere dell'ortopedia fiorentina

A lui è intitolato il presidio giornaliero sulla collina che da viale Michelangelo si spinge a sud-est verso Montici e Gamberaia

Sulla collina che da viale Michelangelo e si spinge verso Montici e Gamberaia, si trova l'ospedale Piero Palagi, che dai primi del 2021 è sede della Centrale Operativa della Regione Toscana per il NUE (numero unico di emergenza). Il complesso porta ancora oggi il nome appunto, di Piero Palagi, fondatore dell’Istituto Ortopedico Toscano e considerato il pioniere dell'ortopedia fiorentina. 

Figura nota nel panorama fiorentino della medicina a partire dalle prime decadi del 900, getta le basi della moderna chirurgia ortopedica, assicurandosi una chiara fama non solo fra i colleghi, ma arrivando talvolta ad entrare a pieno titolo nell’intercalare dialettale popolare. Non raro, infatti, per tutti quei fiorentini che hanno le tempie “imbiancate”, il ricordarsi frasi materne del genere: “se continui a fare lo sguaiato, vai a finire da Palagi!”. 

Già direttore durante la prima guerra mondiale dell’ Ospedale Militare di Udine, con il grado di Maggiore Medico, si fa precursore dello studio sugli esiti delle fratture di guerra non perfettamente guarite, sia per la complessità della lesione che per l’inadeguatezza dei mezzi di cura. Uno studio del quale continuerà ad occuparsi per molti anni a venire, insieme a numerosi altri luminari dell’ Ortopedia italiana, al fine di traslare il bagaglio scientifico acquisito nel momento della sciagura bellica sulla casistica civile (gravi infortuni sul lavoro, incidenti stradali, mutilazioni, etc).

A figure come la sua si devono inoltre le aperture di nuovi stabilimenti ospedalieri specializzati, nonché l’ampliamento di quelli già esistenti, piuttosto che la nascita repentina, e conseguentemente fiorente, delle “officine ortopediche”. Riguardo questo proposito non fece certo eccezione l’ex Istituto Ortopedico Toscano. La struttura fu realizzata utilizzando la trecentesca Villa Santa Margherita e venne inaugurata il 19 marzo 1924; poteva contare su 40 posti letti che peraltro raddoppiarono nel giro di appena tre anni. Negli anni successivi si svilupparono in rapida successione le sale operatorie, il gabinetto radiologico e gli ambienti per la cura e la riabilitazione, con acquisto di apparecchi specialistici sempre più sofisticati in grado di fornire il meglio della tecnologia allora disponibile. Al padiglione originario se ne aggiunsero altri fino ad assumere la capienza di 160 posti letti nel 1947, quando la direzione del complesso ospedaliero passò ad un altro luminare dell’ortopedia e traumatologia toscana, il professor Scaglietti.

Una struttura che attraversa trasversalmente la storia della città, dove ancora oggi, varcandone l’ingresso principale sapientemente restituito ai suoi fasti nobiliari, non è difficile lasciarsi suggestionare da quei quattrocenteschi corridoi dove, con un po’ di fantasia, si può immaginare di “incontrare” il professor Palagi e seguirne la camminata in prospettiva a passi veloci, con il suo camice che svolazza solenne nell’aria mentre si reca in visita ai propri pazienti; e magari osservarlo gettare un’occhiata furtiva proprio lì, su quella parete, dove ora campeggia il suo busto in bronzo ad imperitura memoria.

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