rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
social

Nasceva oggi Odoardo Spadaro, l'autore di “la porti un bacione a Firenze”

Spadaro è stato uno dei primi artisti a portare nel mondo la fiorentinità

Il 16 gennaio del 1893 nasceva un personaggio che sarebbe entrato nella storia della città di Firenze. Stiamo parlando di Odoardo Spadaro, noto a tutti per la canzone “la porti un bacione a Firenze”, inno d’amore struggente e allo stesso tempo fresco e ironico di un fiorentino verso la sua città. E' stato l’alfiere di una fiorentinità che ha fatto scuola, portando per primo l'identità della città nel mondo e aprendo le porte ad autori come Narciso Parigi e Riccardo Marasco. 

Nato nel quartiere di Santo Spirito, intraprende gli studi in giurisprudenza, poi abbandonati per dedicarsi al teatro. Diventa fantasista e imitatore, alternando canzoni ironiche a brani drammatici, come nel suo primo successo, "la ninna nanna delle dodici mamme" (1919) - contro la guerra appena terminata, che l'artista trascorre cantando in teatri militari, ospedali e camerate.

Negli anni '20 si trasferì a Parigi per esibirsi al Moulin Rouge, ma furono gli anni '30 a trasformarlo in una star internazionale, grazie alla tournée di successo nelle due Americhe e nell'Africa Settentrionale. Proprio negli anni Trenta, durante e dopo il tour, Spadaro attraversò il suo periodo più prolifico: scrisse e musicò molte canzoni dedicate o ambientate a Firenze. A renderle uniche il tipico umorismo toscano: scanzonato e arguto. Tra i suoi brani più conosciuti ricordiamo Firenze (1930), Il Cappello di Paglia di Firenze (1935) e Rumba fiorentina (1938), A me piace la testina di vitello e Il valzer della povera gente (1938).

Nonostante sia considerato uno dei primissimi cantautori italiani fu anche un impareggiabile interprete del teatro vernacolare fiorentino (memorabile nella “Acqua cheta”) e un apprezzato attore cinematografico (La carrozza d’oro” del 1952 e “Divorzio all’italiana” del 1961). Non gli mancò neanche l’esperienza televisiva: tra le tante resta indimenticabile l’ultima presenza sul piccolo schermo nelle vesti del “Signor Venanzio” nello sceneggiato culto “Il giornalino di “GianBurrasca” di Lina Wertmüller (1964). 

Il 26 giugno del '65 si trovava a Careggi quando morì. Al suo funerale fu intonata La porti un bacione a Firenze. Per rendergli omaggio la Città gli ha intitolato una via e nel quarantesimo anniversario della morte è stata apposta una targa sulla facciata della sua abitazione in via Luca Landucci. È sepolto al cimitero delle Porte Sante di Firenze.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Nasceva oggi Odoardo Spadaro, l'autore di “la porti un bacione a Firenze”

FirenzeToday è in caricamento