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Tra Palazzo Strozzi e il Bargello 130 opere per la mostra su Donatello: la grande retrospettiva | FOTO

La mostra, epica, è divisa in due musei fiorentini: Palazzo Strozzi e il Bargello, dove sono esposti permanentemente il San Giorgio, il Marzocco e il David di Donatello

Fino ad oggi le mostre dedicate a Donatello sono state solo tre e mai avevano avuto la quantità di opere scultoree che saranno visibili in "Donatello, il Rinascimento". La grandiosa retrospettiva, divisa tra Palazzo Strozzi e il Bargello, vanta opere prestate da quasi sessanta musei tra cui National Gallery of Art di Washington, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Victoria and Albert Museum e la National Gallery di Londra, il Musée du Louvre di Parigi, gli Staatliche Museen di Berlino, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, le Gallerie degli Uffizi, la Basilica di Sant’Antonio a Padova e le basiliche fiorentine di San Lorenzo, Santa Croce e Santa Maria Novella.

Alcune delle circa 130 opere tra sculture, dipinti e disegni non erano mai state concesse, questo aggiunge valore all'esposizione che è candidata ad essere una delle più interessanti e importanti del 2022 in Italia. In occasione della mostra sono stati eseguiti significativi restauri, per la maggior parte a cura dell'Opificio delle Pietre Dure (il crocifisso di Donatello e quello di Brunelleschi, il Convito di Erode, la Fede e la Speranza).

La mostra sarà visibile dal 19 marzo al 31 luglio 2022.

La narrazione della mostra

La mostra è stata curata da Francesco Caglioti, professore ordinario di Storia dell’Arte medievale presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, ed è pensata come un'unica grande retrospettiva che unisce i due musei.

A Palazzo Strozzi la mostra si dispiega in un percorso cronologico-tematico che ricostruisce la biografia artistica di Donatello attraverso cento capolavori quali il David in marmo e l’Amore-Attis del Bargello, gli Spiritelli del Pergamo del Duomo di Prato, il Crocifisso, il Miracolo della mula e l’Imago Pietatis dell’altare maggiore della Basilica di Sant’Antonio a Padova, oltre a numerose opere provenienti dai famosi musei sopra citati. Da sottolineare anche, che per la prima volta nella storia, sono esposti fuori dal loro contesto originario il Convito di Erode (che è stato oggetto di un importate restauro che ha portato a nuova brillantezza il bronzo dorato), la Fede e la Speranza dal Fonte battesimale di Siena, oltre alle straordinarie porte bronzee della Sagrestia Vecchia di San Lorenzo a Firenze, che sono, anche, alcune tra le numerose opere oggetto dei restauri realizzati in connessione con la mostra.

Al Museo Nazionale del Bargello il percorso comprende opere iconiche di Donatello dal San Giorgio marmoreo, con lo straordinario rilievo in schiacciato del San Giorgio che libera la principessa, al David in bronzo a confronto con il Filippo Scolari detto Pippo Spano e con il Farinata degli Uberti, affreschi di Andrea del Castagno, dalle Gallerie degli Uffizi, quindi il David Martelli di Desiderio da Settignano, eccezionalmente concesso in prestito dalla National Gallery of Art di Washington. Per poi proseguire con la Madonna delle nuvole del Museum of Fine Arts di Boston, la Madonna Dudley del Victoria and Albert Museum di Londra e la Madonna della scala di Michelangelo dalla Fondazione Casa Buonarroti di Firenze. La sezione che accoglie quest’ultimo rilievo illustra attraverso una serie di serrati confronti inediti l’influenza fondamentale che Donatello, il maestro dello stiacciato, ebbe sull’opera del Buonarroti e sulla Maniera Moderna.

"Donatello, il Rinascimento": la mostra

Donatello e la rivoluzione dell'arte che fu compresa quasi un secolo dopo

L'esposizione, storica e irripetibile, mira a ricostruire lo straordinario percorso di uno dei maestri più importanti e influenti dell’arte italiana di tutti i tempi, a confronto con capolavori di artisti a lui contemporanei quali Brunelleschi e Masaccio, Mantegna e Giovanni Bellini, ma anche successivi come Raffaello, Leonardo e Michelangelo. L'inclusione dei grandi maestri della Maniera Moderna va a sottolineare l'importanza delle modifiche che Donatello ha apportato all'arte scultorea ma non solo. Lo stesso Giorgio Vasari, nelle sue Vite, si pone una domanda dove collocare Donatello? Nel Quattrocento, seguendo dunque la cronologia, o insieme a Michelangelo e gli altri grandi del Cinquecento? Quasi tutti i maestri della Maniera Moderna e del cosiddetto Manierismo, toscani di nascita o di adozione, ma anche di passaggio come alcuni spagnoli, furono studiosi appassionati Donatello. E solo loro, come ha ricordato anche Francesco Caglioti nel suo intervento durante la conferenza stampa, riuscirono a comprendere l'opera rivoluzionaria di Donatello. 

"Essendo Donatello un sommo scultore, versatile in tutte le tecniche, si rese conto fin da subito del limite della scultura nei confronti della pittura. La pittura non ha confini, è ricca di colori e racconta storie con facilità. La scultura, se ci pensate, è un'arte primitiva che con il passare dei secoli ha sempre una minore importanza". "Donatello ha sconvolto la scultura, lui ha ricostruito lo spazio, ha costruito edifici senza mai averne costruito, davvero, uno. Donatello ha anticipato quello che avremmo poi visto con fotografia e cinematografia", ha aggiunto Caglioti.

Ma come? In che senso? "Donatello impara la prospettiva da Brunelleschi, la fa sua, ma poi la stravolge. Parte dal San Giorgio (museo del Bargello, ndr) nel 1415 e in pochissimo spessore riesce a racchiudere un mondo, qui l'influenza di Brunelleschi si vede. 10 anni dopo nel Convito di Erode ecco il genio: non si limita a una prospettiva, si rende conto che la prospettiva è una scienza ottica e quindi un vincolo per lui, infatti la lascia a Paolo Uccello e si mette a giocare con più prospettive". "Nel Convito di Erode vediamo scatole di prospettive pensate per far smarrire l'occhio dello spettatore. Non si distinguono le sale e il carcere dove viene decapitato San Giovanni".

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Proprio queste sue strategie narrative spiazzanti, l’uso avventuroso della prospettiva, il coinvolgimento intenso dello spettatore, sono state esaltate e comprese molto di più dai suoi successori nel '500, che dagli imitatori a lui più vicini d'età (ad esclusione del Mantegna). A conclusione della mostra è stata posizionata infatti una sezione speciale dedicata all’influenza di Donatello sugli artisti a lui successivi.

La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Musei del Bargello in collaborazione con gli Staatliche Museen di Berlino e il Victoria and Albert Museum di Londra e con Fondo Edifici di Culto – Ministero dell’Interno. Main Supporter: Fondazione CR Firenze. Sostenitori: Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi. Main Partner: Intesa Sanpaolo.

Foto: Reliquiario di san Rossore, 1422-1425 circa; Pisa, Museo Nazionale di San Matteo.

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