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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Anche Firenze ha i suoi Romeo e Giulietta: chi sono Ippolito e Dianora, gli innamorati di Santo Spirito

La storia fiorentina a lieto fine che ha ispirato Shakespeare per il suo capolavoro

Nel giorno di San Valentino merita celebrare una bella storia d'amore, tutta fiorentina, che non ha niente da invidiare ai celeberrimi Romeo e Giulietta. Si tratta della vicenda legata a Ippolito Buontalenti e Dianora De' Bardi, raccontata in una novella del Quattrocento, "Istorietta amorosa fra Leonora de’ Bardi e Ippolito Buondelmonti", che i più attribuiscono alla penna di Leon Battista Alberti.

Ippolito e Dianora, abitavano in Santo Spirito ed erano di due famiglie, quella dei Bardi e quella dei Buondelmonti, appartenenti alle fazioni nemiche di guelfi e ghibellini, i primi schierati con il Papa, gli ultimi dalla parte dell’Imperatore. La storia divenne molto popolare, e fu certamente tra i testi che hanno ispirarono Shakespeare per il suo capolavoro, Romeo e Giulietta.

La scintilla tra i due scoppiò durante i festeggiamenti del 24 giugno, in occasione di San Giovanni. Ippolito vide Dianora e se ne innamoro follemente. Poco dopo però venne a scoprire che la bella ragazza apparteneva alla famiglia nemica De' Bardi. Per il giovane fu un colpo durissimo, tanto da farlo ammalare gravemente. Ippolito non poteva accettare questo torto che il destino gli aveva riservato, così andò dalla madre, confessandogli che avrebbe preferito morire piuttosto che stare senza Dianora. La madre, mossa dalla compassione, organizzò un incontro segreto tra due innamorati. I due giovani decisero di sposarsi in segreto, organizzando una fuga d’amore. Le cose però non andarono lisce come previste perché la notte prefissata, mentre Dianora lo aspettava affacciata al balcone, Ippolito fu fermato dagli ufficiali della guardia perché aveva con sé nascosta, una scaletta di corda che gli sarebbe servita per salire da Dianora per portarla via con sé. Interrogato, pur di non intaccare l’onore della ragazza confessò che la scala la portava appresso per rubare. Fu per questo condannato a morte per furto in flagranza di reato.

Fu Dianora a salvarlo dal suo destino, quando il giorno dell’esecuzione, mente il corte diretto al patibolo passava sotto il palazzo de’ Bardi, scese di corsa in strada e si gettò al collo dell’amato, proteggendolo dalle guardie e implorando di poter spiegare la situazione ai magistrati. In questo modo le due casate furono convocate dall Signoria, allo scopo di mettere fine alle loro ostilità, per il bene di quei giovani innamorati, stabilendo di fatto l'unione di Ippolito e Dianora, che vissero il loro amore fino alla fine dei loro giorni.

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