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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Gite fuori porta per il ponte dell'Epifania

Ecco tre mete per un gita fuori porta che non vi deluderà

Chi ha la fortuna di fare il lungo ponte dell'Epifania, dal 6 al 9 gennaio, non può non sfruttare l'occasione per visitare alcuni gioielli toscani. Il meteo non sarà dei migliori, ma i più temerari si potranno attrezzare di impermeabili e ombrelli.

Cosa fare nel weekend dell'Epifania

Ghizzano

Il primo paese che vi consigliamo si chiama Ghizzano e si trova in provincia di Pisa, a circa un'ora in auto da Firenze. La frazione del comune di Peccioli è un piccolo gioiello immerso tra le colline toscane. Dal 2019 è diventata un museo a cielo aperto, visitabile con calma in meno di un'ora, grazie ad un importante lavoro di valorizzazione (dal nome "Tre progetti per Ghizzano") in cui sono stati coinvolti tre artisti: Alicja Kwade, Patrick Tuttofuoco e David Tremlett.

Della prima artista sono la scultura SolidSky, realizzata con una pietra, Azul Macaubas, proveniente dal Sud America e che si caratterizza per delle venature azzurre che virano in alcuni punti al blu, è composta da due elementi (posizionati in due luoghi diversi: uno dietro alla dietro alla chiesa Nuova e uno nella piazzetta della Chiesa): un grande blocco cubico scavato al suo interno e una sfera dalla superficie perfettamente liscia.

Di Patrick Tuttofuoco sono invece le opere che si trovano nella nella piazzetta Venerosi Pesciolini, lungo una delle scalinate perpendicolari a Via di Mezzo e quella luminosa posta in via Mercantino. Le opere hanno un unico titolo, Elevatio corpus, e si riferiscono a un ciclo di affreschi di Benozzo Gozzoli. L'artista è stato attivo proprio in quelle zone, nel 1479, quando la peste lo costrinse a trasferirsi da Pisa a Legoli, altra frazione di Peccioli, dove decorò un tabernacolo. Dal San Sebastiano, San Michele e San Giovanni di Benozzo, Tuttofuoco ne ha tratto ispirazione per le sue sculture realizzate in marmo, neon e ferro.

Ultima opera d'arte, ma solo per ordine cronologico, è la colorata via di Mezzo. Questa opera di "street art" è stata terminata nel 2019 ed ha reso molto famoso il paese, sono tanti i curiosi che decidono di visitarlo solo per fotografare le sfumature di verde e marrone che David Tremlett ha scelto per la piccola via paesana.

Da non dimenticare il bellissimo paesaggio che circonda Ghizzano: se il tempo lo dovesse permettere consigliamo di percorrere via di Monti, in direzione Castelfalfi, il panorama toscano non vi deluderà tra colline e cipressi. 

A Ghizzano è presente anche l'area archeologica di Santa Mustiola, qui da oltre 10 anni sono in corso indagini archeologiche che hanno portato alla luce resti di epoca romana, longobarda e medievale.

Loro Ciuffenna

A poco meno di un'ora da Firenze c'è un borgo dove il tempo sembra essersi fermato a quando l'energia era fornita dalla forza dell'acqua e dal mulino. Lì il fiume Ciuffenna muove ancora le pale del mulino che è uno dei più antichi ancora funzionanti in Toscana. Ancora oggi il mulino macina la farina di grano, mais e castagne.

Il piccolo paese in provincia di Arezzo è inserito nei Borghi più belli d'Italia e sul sito si legge: "Intorno a Loro Ciuffenna si apre un paesaggio di pievi e piccoli borghi incastonati nell’ambiente naturale. Tra questi ultimi, sono da visitare Anciolina, a 921 m sulle propaggini del Pratomagno, con le abitazioni in pietra quasi tutte recuperate dopo un periodo d’abbandono, e Rocca Ricciarda, nido d’aquila a quasi 1000 m d’altitudine, luogo di grande suggestione anche per le leggende di antichi insediamenti che lo circondano. Per visitare il castello e il sito archeologico, si passa attraverso i resti dell’originaria porta e si sale una scalinata di ferro di cento scalini".

Badia a Passignano

A circa 40 minuti di macchina da Firenze c'è Badia a Passignano, importante insediamento di origine carolingia, che era sede di un antico monastero e di un piccolo borgo posti a guardia della via detta del Gardingo di Passignano che univa la Val di Pesa con la Val di Greve.  L'insediamento altomedievale doveva essere costituito dalla parte attualmente occupata dagli edifici dell'abbazia su un'altura sovrastante la strada ed era probabilmente circondato da mura e da fossati. L'abbazia, accresciutasi, arrivò ad occupare in breve tempo tutta la parte alta dell'antico castello ed il cassero iniziò a svilupparsi in un nuovo borgo attorno alle mura, lungo la strada maestra. 

Sono tre le principali attrazioni del piccolo borgo del comune di Barberino Tavarnelle oltre ovviamente allo splendido panorama: l'abbazia, la chiesa di San Biagio e la cappella detta del Morandello.

L'abbazia è un monastero benedettino della Congregazione vallombrosana, istituita nell'XI secolo per opera di San Giovanni Gualberto, che qui morì nel 1073. Il complesso monastico appare oggi racchiuso all'interno di una cortina muraria quattrocentesca a pianta quadrangolare con torri d'angolo, con evidenti integrazioni neogotiche realizzate alla fine del XIX secolo quando, soppressa la comunità monastica, venne trasformato in una villa castello. Dalla porta d’ingresso nel giardino, databile al 1474 circa, si accede all'abbazia, all'interno della quale troviamo il chiostro e gli ambienti di servizio del monastero, quali: il refettorio, la cucina, le stanze capitolari, la biblioteca. La sala del refettorio venne realizzata durante i lavori degli anni Settanta del XV secolo, al suo interno è possibile ammirare la decorazione ad affresco con l'Ultima cena, opera di Domenico Ghirlandaio databile al 1476. 

La chiesa di San Biagio, un oratorio esterno alle mura del monastero che venne costruito nel 1080 per volontà dell'abate Giovanni Leto, per dare la possibilità agli abitanti del borgo di Passignano di usufruire dei servizi religiosi. Gli affreschi interni, di cui oggi rimangono solo alcune figure intere e frammenti, furono realizzati nella seconda metà del XV secolo e nel XVI secolo e sono attribuiti a Filippo di Antonio Filippelli, pittore della bottega di Domenico Ghiarlandiaio.

La piccola cappella detta del Morandello che prende il nome dall'antica denominazione del limitrofo podere già di proprietà della Badia a Passignano. Fu costruita nel 1598 per ordine dell'Abate di Passignano sul luogo dove precedentemente vi era un tabernacolo. La cappella, piccolo elegante edificio a pianta rettangolare, è coperta con tetto a capanna e dotata di una semplice facciata affiancata da eleganti volute.

Infine la Cappella dei pesci: cappella realizzata in memoria di un miracolo di San Giovanni Gualberto. Secondo la leggenda, durante il soggiorno di Papa Leone IX a Passignano, Giovanni Gualberto inviò due monaci alla fonte di Camugnana (situata dove oggi sorge la cappella) per prelevare due lucci da offrire al pontefice. I due monaci ribatterono che in quella fonte non c'erano mai stati dei pesci, anche per via delle ridotte dimensioni della fonte, ma San Giovanni Gualberto fu irremovibile. Una volta giunti sul posto i conversi trovarono i due pesci e da allora si diffuse la leggenda che le acque della fonte fossero miracolose e taumaturgiche.

Per gli orari di visita vi consigliamo di visitare questo sito: https://www.badiapassignano.com/badia.html.

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