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Da cameriere a gigolò in carriera: “Vi spiego cosa cercano le donne”

La storia di Enea, giovane “sex worker” che racconta le richieste più comuni delle donne di Firenze e della Toscana

Quando si parla di prostituzione si pensa inevitabilmente ad un uomo che va da una donna per un rapporto sessuale occasionale. In realtà un fenomeno che sta sempre più prendendo forma è quello contrario. La donna, insoddisfatta del proprio rapporto con il partner o semplicemente perché vuole una compagnia per qualche giorno, si rivolge a quello che oggi viene chiamato “sex worker” o più classicamente il gigolò.

A raccontare come funziona questa professione (totalmente legale in Italia) è Enea, in arte "il re delle vere emozioni", che da cinque anni svolge il lavoro di gigolò con grande soddisfazione: “Ho cominciato in maniera totalmente casuale. Cinque anni fa facevo il cameriere in un ristorante, ma non mi permetteva di avere uno stipendio dignitoso. Allo stesso tempo, tutte le donne che avevo mi dicevano sempre che ero bravo sia nel rapporto emozionale che a letto, e per scherzo mi dicevano “cavolo potresti farlo di lavoro”. Quella frase, quando ero in difficoltà economica, mi venne in mente e quindi decisi di buttarmi in questo lavoro. Non sapevo da che parte cominciare, così ho iniziato facendo dei corsi di seduzione che insegnavano come conquistare una donna. A questo ci affiancavo la pratica, uscendo spesso fuori per mettere in pratica ciò che avevo studiato. Dopo poco ho aperto partita iva e ho cominciato mettendomi in “vendita” su alcuni siti appositi. Da lì ha fatto molto il passaparola”.

Quello del gigolò non si tratta solo di un lavoro da fare sotto le coperte. Soprattutto nel territorio di Firenze e in Toscana: “Ciò che le clienti mi chiedono, più del rapporto sessuale, è un sostegno morale. Il nostro lavoro è diverso da quello della prostituta. Con la prostituta il lavoro si limita solo all'atto sessuale, noi siamo accompagnatori. Le clienti mi chiamano semplicemente per fare una cena insieme, per spiegarmi i loro problemi. Spesso mi capitano anche donne che vogliono presentarmi alle loro amiche come un finto fidanzato. Più che il corpo la donna spesso cerca la mente. Siamo accompagnatori, quindi bisogna avere un certo galateo e un certo stile educativo. Qua a Firenze e in Toscana il target è molto giovanile, anche se non mancano clienti che vanno dai 35 anni in su”.

“I prezzi sono davvero variabili – continua Enea -. Molto dipende da quanto lavoro c'è da fare e dal tempo. Ognuno ha il suo metodo: c'è chi si fa pagare ad ora o chi fa pacchetti di uno o più giorni. Solitamente i prezzi oscillano da un minimo di 500 fino a 1500 euro.

Una professione che sicuramente risulta molto redditizia. Non tutto è oro ciò che luccica però, perché come racconta Enea, fare il gigolò comporta anche dei sacrifici: “La mia famiglia non sa che faccio questo lavoro, perché non sai mai come potrebbero reagire. Solo pochi amici intimi sanno la mia professione. In più non posso permettermi di innamorarmi. Ad oggi ho lavorato con più di 100 donne. Certo, mi sono innamorato a volte, ma dall'altra parte dovevo sempre pensare al lavoro che facevo”.

Quello del gigolò – conclude Enea – non è un lavoro che può durare per sempre. Per questo quando deciderò di chiudere la mia attività, il mio sogno è quello di aprire un'agenzia di “love coaching”, dove insegno e aiuto gli uomini in difficoltà nelle loro relazioni, oppure come far sentire amata una donna o i metodi per conquistare la ragazza dei loro sogni”.

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