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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il guardaroba diventa digitale: l'idea di Dresso, social per gli acquisti di seconda mano

Il social network consente di vendere e scambiare abiti in un’ottica di economia circolare

Offrire una nuova vita agli indumenti usati è un trend in crescita. Oltre ai noti store digitali, da qualche mese è sul mercato un'applicazione, tutta fiorentina, che ha come obiettivo quello di garantire all'acquirente l'originalità del capo acquistato, con un certificato digitale, che permette anche di ovviare alla mancanza di margini di guadagno per i brand, derivante dalla rivendita privata di un capo d’abbigliamento inizialmente acquistato in negozio.

Tutto questo è Dresso, un social network che incentiva lo shopping responsabile: “Io e il mio socio abbiamo sempre lavorato nel mondo della moda, e col tempo ci siamo resi conto che il tutto non era più ecologicamente sostenibile – racconta Enrico Petrelli, co-founder della startup -. Il mondo del fashion è il secondo più inquinante dopo quello del gas. Quindi abbiamo pensato a quale potesse essere una soluzione. Le opzioni erano due: o iniziare a produrre con materiali riciclati, che impatta però comunque con la produzione di anidride carbonica, oppure non riprodurre affatto e quindi allungare il ciclo di vita dei prodotti, scambiandoli tra i vari utenti. Inoltre, tutte le volte che il brand che ha prodotto per primo quel capo, se poi viene rivenduto, non guadagna più. Con la nostra tecnologia invece è possibile rintracciare sempre quel capo, così da riconoscere al brand che ha creato quel capo una piccola percentuale e permettergli di continuare a guadagnare anche col mercato di seconda mano. In questo modo contribuiamo a salvare il pianeta”.

Con Dresso l'acquisto diventa un momento di condivisione, come afferma Enrico: “Abbiamo ideato un vero e proprio social network, una sorta di Instagram, improntato però al mondo del fashion. Gli utenti possono postare i propri outfit o i propri capi presenti nel guardaroba, semplicemente per digitalizzarli, per sapere cosa si ha nell'armadio. In ogni post l'utente può fare la propria offerta per quel prodotto. Quell'offerta non viene solo fatta a chi ha creato il post, ma a tutti gli iscritti alla community che possiedono quello specifico prodotto. In questo modo generiamo domanda di prodotto, in modo che le persone possano ricevere offerte reali per dare più circolarità possibile al proprio guardaroba. Vogliamo stimolare le persone a far circolare ciò che non si mette più nel guardaroba. Il tutto in modo più sostenibile per tutti”. 

L'app, disponibile al momento solo su dispositivi Apple, conta già oltre 25.000 utenti e punta ad accrescere sempre di più la propria community: “Da qua al 2030 gli analisti hanno ipotizzato che il fatturato del second hand sarà più alto rispetto a quello del first hand. Il nostro obiettivo quindi, per il prossimo anno, è quello di arrivare a 250.000 utenti attivi, ed entro tre anni vogliamo raggiungere il mercato europeo per espandere ancora di più la filosofia di un mondo della moda sempre più sostenibile, sia dal punto di vista economico che da quello ambientale”.

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