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8 settembre 1504 veniva inaugurato il David di Michelangelo: le curiosità sulla sua storia

Conservato nella Galleria dell'Accademia di Firenze, ecco alcune curiosità sulla scultura più famosa del mondo

A Firenze il David di Michelangelo rappresenta quasi un simbolo religioso. Per molti esperti d'arte, l'opera rappresenta il canone estetico per eccellenza della bellezza maschile. Fu pensato come simbolo della Repubblica fiorentina, che sottrattasi da poco al gioco mediceo, era desiderosa di proporre un’idea valente di quei principi di rinnovamento su cui si fondava, come metafora della vittoria del giusto sulla tirannide del più forte. Inaugurata l'8 settembre del 1504, risiede oggi nella Galleria dell'Accademia di Firenze. Non tutti sanno che sull'opera ci sono alcune curiosità che la rendono ancora più affascinante e ricca di storia. Andiamo a vedere quali sono.

La committenza

L'opera non fu iniziata da Michelangelo, ma bensì da Agostino di Duddio e Antonio Rossellino, che abbandonarono ben presto il lavoro per la scarsa qualità del blocco di marmo, che tendeva a sgretolarsi e pieno di venature. Michelangelo, allora molto giovane, accettò il lavoro quasi come una sfida, che vinse senza dubbio.

La posizione originaria

Oggi la scultura ammirata da tutto il mondo è conservata all'interno della Galleria dell'Accademia di Firenze. Quando però l'opera fu terminata da Michelangelo, doveva essere originariamente innalzata su un contrafforte della cupola del Duomo. Una vera impresa, sia per il suo peso (6 tonnellate) sia perché in quella posizione sarebbe stata poco visibile. La statua quindi, per volere di Filippino Lippi, fu messa di fronte a Palazzo Vecchio, dove oggi troviamo la sua copia.

Le copie

Nel mondo esistono tantissime copie del David di Michelangelo. Due si trovano proprio a Firenze: una è quella di fronte a Palazzo Vecchio, mentre l'altra si trova nel famosissimo Piazzale Michelangelo. Il David però è arrivato anche all'estero. In Europa, una copia è conservata al Victoria & Albert Museum di Londra. Si tratta di una scultura realizzata in gesso nel 1850 da Clemente Papi e destinata alla formazione di studenti d’arte. Sempre in Europa ci sono altre due copie, una ad Anversa e una a Copenhagen. 

Gli americani sono degli amanti dell'arte italiana e fiorentina, e non è un caso che molte copie si trovino nel paese a stelle e strisce. Nel cimitero di Forest Lawn, ad esempio, quello nei pressi di Los Angeles in cui è sepolto Michael Jackson, dove si trova una copia 1:1 realizzata in marmo di Carrara fatto arrivare appositamente dalle Alpi Apuane. Un'altra ovviamente si trova a Las Vegas, all'interno del famoso Caesar's Palace, fino ad arrivare alle copie in India, Cina, Gerusalemme e Australia.

Gli incidenti

Il più famoso risale a 21 anni fa, quando Piero Cannata con un martello distrusse un dito del piede sinistro. L'uomo fu subito fermato da turisti e agenti del museo per poi essere trasferito nell'ospedale psichiatrico di Santa Maria Nuova. Per fortuna si riuscì a recuperare i frammenti per ricostruire alla perfezione il dito distrutto. Il più antico risale invece al 6 aprile 1527 quando a Firenze, mentre una folla di rivoltosi lanciava mobili ai soldati fuori da Palazzo Vecchio, una sedia colpì il braccio sinistro del David e lo spezzò. Anche il quel caso il David riuscì a tornare come nuovo. 

L'aneddoto sul naso

Prima che l’opera venisse esposta si racconta che il gonfalone della Repubblica Piero Soderino andò a fare visita a Michelangelo, dicendogli che secondo lui fosse  troppo grande e che se l’avesse ridotto un po’ la statua sarebbe stata più bella. La leggenda vuole che Michelangelo, prima di salire sulla scala per sistemare il naso, raccolse una manciata di marmo da terra e la tenne stretta in una mano. Raggiunta la testa della statua fece finta di scalpellare il naso e lasciò cadere i pezzetti di marmo raccolti, ingannando così Soderini, che si ritenne soddisfatto per il suggerimento dato.

Le proporzioni “sbagliate”

Guardando per bene il David si intuisce che molte parti del corpo non seguono le proporzioni canoniche. Ad esempio la mano destra è enorme rispetto al resto del corpo. Questa fu una decisione voluta da Michelangelo stesso, che ha ingrandito o ridotto alcuni elementi allo scopo di sottolineare alcuni particolari e lasciarne altri in secondo piano, come appunto la mano, in quanto nel Medioevo un uomo di potere era detto “manu fortis” (forte di mano). 

Un altro caso è la mancanza di un muscolo. Questo fu affermato da due professori di anatomia dell'Università di Firenze, precisamente sul lato destro della schiena, tra la spina dorsale e la scapola. Di questo vuoto Michelangelo era a conoscenza: secondo quanto è emerso da una lettera nella quale scriveva, si è intuito che questo mancanza è dovuta ad un difetto del blocco di marmo, dove il muscolo non poteva essere riprodotto. 

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