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La storia di Dario Dondoli: dalla fama sui social alla crisi d'identità fino alla rinascita

Dal successo con 300 mila followers sui social alla crisi d'identità per il personaggio che interpretava, fino a ritrovarsi dopo aver toccato il fondo con "Lost In Low Cost", la nuova serie d'intrattenimento, con il giovane fiorentino protagonista

Essere od apparire. E' questo il dilemma che l'età moderna presenta ai tanti giovani che lavorano con i social network. Spesso basta poco per guadagnare quella fama tanto agognata, come un video apparentemente stupido che invece diventa virale. Il problema è poi convivere con il successo, che mischia inevitabilmente la vita del personaggio che si interpreta a quella reale. Fino a divorarlo e perdersi. 

Questa è stata la storia di Dario Dondoli, un giovane ragazzo fiorentino di 24 anni, che tre anni fa riuscì a diventare famoso e ottenere un grande successo grazie ai video che pubblicava sui social. Dario interpretava un personaggio che faceva scherzi e gag divertenti. I suoi video piacevano al giovane pubblico, tanto da arrivare a “guadagnare” ben 300 mila followers. Il suo era diventato quasi un lavoro. Poi, un giorno, la decisione di abbandonare tutto: “Nel 2018 avevo creato un personaggio, perché ho sempre avuto il pallino di diventare attore, e volevo iniziare a farmi conoscere attraverso i social media. La cosa che andava più di moda era fare scherzi, anche brutti e far parlare di sé. Ero un ragazzino, e la mentalità era quella di ottenere più like e visualizzazioni possibili. In poco più di un anno avevo raggiunto tanti followers, arrivando ad essere conosciuto sia a Firenze ma anche in tutta Italia. Basti pensare che un mio video fu trasmesso anche da Striscia la Notiza, che contribuì a gonfiare il mio successo. Arrivato al picco della notorietà, ho avuto un momento di smarrimento. Quello che ero costretto a condividere, non rispecchiava più quello che ero. Il personaggio aveva divorato la mia persona, non mi sentivo più io”. 

“Ero totalmente perso – continua Dario – e quindi ho preso una decisione importante: abbandonare i social. Questo perché non riuscivo più a condividere i miei contenuti. Le persone che mi fermavano per fare una foto avevano la mano che gli tremava, e dentro di me mi sentivo in colpa e dicevo “come fa la gente a chiedermi le foto perché faccio scherzi brutti, dando un cattivo esempio?”. Ho sentito la necessità di cambiare, soprattutto di cambiare il messaggio che volevo condividere”.

Una tempesta esistenziale ed emotiva quella che ad un certo punto ha colpito Dario, tanto da cambiare totalmente vita: “Quando ho preso questa decisione ero solo, perché in tanti mi dicevano “ma cosa stai facendo, stai buttando tutto all'aria”. Le persone guardano solo la vetrina. Vedevano che nelle foto Dario sorrideva, ma non sapevano quello che vivevo interiormente. Mi interessava di condividere qualcosa che desse un valore alle persone che mi seguivano. Decisi quindi di andare in Australia, per andare a lavorare come lavapiatti. Nel ristorante dove lavoravo però ci fu un problema:  gli ultimi tre mesi di lavoro non mi vennero pagati. Rimasi senza soldi, dall'altra parte del mondo”.

Perso e in difficoltà economica. Potrebbe sembrare la fine, ma è proprio in quel momento che Dario ha ritrovato la forza e l'ispirazione per riprendere in mano la propria vita: “Mi sono rimboccato le maniche, e facendo qualche altro lavoretto sono riuscito a sopravvivere, ma soprattutto mi è venuta l'ispirazione per un progetto, che mi permettesse di tornare sui social per condividere quel messaggio che da tempo cercavo. Questo progetto si chiama “Lost In Low Cost”. “Lost”perché ero perso, non solo geograficamente ma anche spiritualmente e “Low Cost” perché con pochi soldi. L'idea era di creare una serie d'intrattenimento, dove io ho il compito girare tutte le regioni d'Italia con un budget molto limitato, affrontando delle sfide per trasformare i miei limiti in forza. Ho presentato questo progetto ad una agenzia, la eHappen Group, che subito mi ha appoggiato. Siamo stati un anno a lavorarci, e dopo un anno, dove dovevamo partire, è arrivato il Covid. Questa attesa da un anno è diventata di tre anni, e adesso sta per concludersi”.

“Lost in Low Cost – racconta Dario - è una vera e propria serie con 20 puntate, girata grazie al lavoro straordinario del regista Simone Basile, una per ogni regione d'Italia. Il protagonista sono io, un ragazzo perso che si trova in forti difficoltà, con una crisi d'identità. Crescendo ho perso la voglia di vivere e di sognare. Ad un certo punto arriva la proposta di partecipare ad un gioco, Lost in Low Cost. E' un avventura, dove attarverso un viaggio per tutta Italia  e avrò un budegt molto basso, con delle sfide che mi daranno l'occasione di vincere dei premi. Ma soprattutto avrò l'occasione di conoscere persone per cercare di continuare il gioco. Con questo viaggio e grazie alle persone che conosco, Dario cresce, si ritrova pian piano. Non solo, questa serie ha come obiettivo anche di far scoprire le bellezze del nostro paese. Bellezza dei posti, ma anche la bellezza dell'animo degli italiani, che mi offriranno del cibo, chi il trasporto, chi un letto per passare la notte e chi semplicemente mi saluta senza neanche conoscermi. Ci sarà chi mi offrirà un lavoretto e chi mi darà un consiglio di vita.Il Dario che è partito sarà completamente diverso dal Dario a fine viaggio. Il mio messaggio è far capire che una persona, che sta attraversando il momento più brutto della sua vita, se dentro di sé ha una speranza e la voglia di lottare riemergere. Non isolandosi, ma condividendo le proprie esperienze”.

E quindi, se oggi si chiede a Dario come lui stesso si vede, risponde così: “Sono tornato il sognatore che ero da piccolo. Ho capito che bisogna dare un valore a ciò che si condivide. Nel momento in cui uscirà la serie, se almeno una persona che la guarderà, cambierà la sua vita, io ho vinto. La mia vita è cambiate e voglio che questo possa capitare anche ad altre persone". 

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