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La leggenda del miracolo di Sant'Ambrogio: curiosità e storia su una delle chiese più antiche di Firenze

Secondo la tradizione si sono verificati due episodi che ancora oggi vengono raccontati attraverso due capolavori conservati nella chiesa stessa

Quando si pensa al quartiere di Santa Croce, il pensiero corre subito all'omonima chiesa conosciuta in tutto il mondo. Quelli che lasceranno i percorsi più battuti potranno scoprire però tanti tesori che si celano tra le strette strade del centro. Uno di questi angoli meno noti è la chiesa di Sant’Ambrogio. Sant’Ambrogio è una delle chiese più antiche di Firenze. Questo monastero femminile benedettino venne menzionato già nel 988 e la sua chiesa fu dedicata a Sant’Ambrogio, vescovo di Milano che soggiornò a Firenze tra il 393 e il 394 consacrando al contempo San Lorenzo, la prima cattedrale fiorentina. 

Una della curiosità legate a questo luogo è quella del miracolo di Sant'Ambrogio. Secondo la tradizione, il 30 dicembre 1230 un anziano prete, Uguccione, non pulì per bene il calice durante la celebrazione della messa e quando lo riprese in mano, ci trovò dentro della carne e del sangue umano. Le monache che assistevano alla messa rimasero allibite. La miracolosa sostanza fu trasferita in una fiala di cristallo e portata dal vescovo per un esame approfondito. Dopo qualche tempo la reliquia fece ritorno a Sant’Ambrogio e fu riportata in chiesa con una sontuosa processione festiva. 

La chiesa, oggi circondata da un vivacissimo rione particolarmente dedito al commercio e alla mercatura, grazie a questo episodio divenne un forte centro di devozione popolare. Al miracolo del calice sono dedicati i due maggiori capolavori ospitati nella chiesa: il ciborio in marmo di Mino da Fiesole, che contiene l’ampolla con il sangue rappreso, e l’affresco di Cosimo Rosselli che ritrae la Processione del Vescovo con raffigurati alcuni protagonisti della vita fiorentina del tardo quattrocento (tra cui Pico della Mirandola). L’opera è stata recentemente restaurata e restituita al suo originale splendore. 

Un secondo miracolo sarebbe avvenuto il 24 marzo 1595 nella stessa chiesa. nella stessa chiesa divampò un violento incendio, durante il quale un sacerdote, cercando di mettere in salvo la pisside con le ostie consacrate, inciampò facendo finire le particole tra le fiamme. Dopo l'incendio le particole, avvolte in un corporale, sarebbero state ritrovate miracolosamente intatte. Successivamente l'arcivescovo Alessandro Marzi Medici, dopo un'indagine, dichiarò l'episodio miracoloso, autorizzandone il culto. Le reliquie sono oggi conservate nella stessa chiesa, nel tabernacolo della Cappella del Miracolo del Sacramento, insieme all'altra reliquia del sangue raggrumato, e insieme vengono esposte ogni anno durante le Quarantore, raccolte in un unico ostensorio.

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