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Carnevale, le tradizioni in Toscana: dai Canti Carnascialeschi ai carri di Viareggio

La figura di Stenterello, i Canti tanto cari a Lorenzo de Medici e la partita dell'Assedio. Le storie e le tradizioni del Carnevale fiorentino e non solo

Il Carnevale è il periodo più colorato dell'anno, feste, abiti, fiere, maschere e anche coriandoli. Anche in Toscana questo periodo dell'anno è particolarmente amato e le tradizioni carnevalesche hanno origine già nel 1400 con i Medici. 

Quest'anno il periodo clou del Carnevale inizierà il 13 febbraio e si concluderà il 1° marzo, anticipando così il Mercoledì delle Ceneri. Il Giovedì grasso sarà il 24 febbraio, il Venerdì grasso sarà il giorno dopo.

Il calendario del Carnevale 2022

  • Giovedì grasso, 24 febbraio 2022
  • Venerdì grasso, 25 febbraio 2022
  • Domenica di Carnevale: 27 febbraio 2022
  • Martedì grasso: 1 marzo 2022
  • Pasqua sarà il 17 aprile
  • Pasquetta il 18 aprile

Le tradizioni toscane del Carnevale

Stenterello, la maschera fiorentina

Stenterello è un personaggio che nasce dalla tradizione della Commedia dell’Arte, alla quale si deve la genesi delle principali maschere del Carnevale italiano. Tra il 1600 e il 1700 il teatro cessa di essere un fenomeno elitario, lasciando spazio a rappresentazioni più popolari.

È in questa fase che nascono le cosiddette “maschere”, ovvero personaggi che col tempo assumono caratteri e costumi fissi: dal servo sciocco e dalla fame atavica come Arlecchino fino al celebre Pulcinella di Napoli.

Tra questi personaggi troviamo anche Stenterello, nato nel teatro del Cocomero (adesso teatro Niccolini), la sola maschera tradizionale fiorentina e, come riportato da Pellegrino Artusi, anche l’ultima originaria di questa antica tradizione. Il nome deriva dal suo aspetto gracile: un personaggio così magro che pareva, appunto, “cresciuto a stento”. La maschera che deve la sua fama all’attore fiorentino Luigi del Buono che, ispirandosi a Pulcinella, decise di creare il suo omologo toscano verso la fine del ‘700.

Stenterello ha una lingua tagliente e una parlantina sciolta, alla quale corrisponde un costume colorato e vivace, che testimonia un carattere eccentrico e brioso: un atteggiamento che lo porta spesso a cacciarsi nei guai, senza mai perdere l’allegria che lo contraddistingue.

Carnevale di Viareggio e i carri

La prima sfilata di carrozze addobbate in via Regia, nel cuore della città vecchia, risale al 1873. Fu la prima edizione del grande spettacolo che è oggi il Carnevale di Viareggio. L’idea di una sfilata nel giorno del Martedì Grasso venne ad alcuni giovani della Viareggio bene che allora frequentavano il caffè del Casinò. "La fama del Corso Mascherato di Viareggio è cresciuta di pari passo con la crescita delle dimensioni dei carri allegorici. Sul finire del secolo comparvero in sfilata i carri trionfali, monumenti costruiti in legno, scagliola e juta, modellati da scultori locali ed allestiti da carpentieri e fabbri che in Darsena lavoravano nei cantieri navali. Grazie al trasferimento del circuito delle sfilate dalla Via Regia alla Passeggiata a mare, all'inizio del Novecento, lo spettacolo del Carnevale di Viareggio poté godere di un palcoscenico straordinario, quanto spazioso che stimolò la fantasia e la creatività dei Maestri carristi" si legge sul sito del Carnevale viareggino.

La Prima Guerra mondiale stoppò la manifestazione, ma non riuscì a trasformarla in un semplice ricordo ed ecco che nel 1921 arrivò la canzone ufficiale, la "Coppa di Champagne”, e la manifestazione iniziò a promuovere se stessa attraverso la rivista ufficiale "Viareggio in maschera". Sempre nel 1921, per la prima volta le maschere si animarono a suon di musica.

Nel 1930 Uberto Bonetti, pittore e grafico futurista, ideò Burlamacco: la maschera simbolo di Viareggio, che, nel manifesto del 1931, apparve in compagnia di Ondina, bagnante simbolo della stagione estiva. Prendendo spunto dalle maschere della Commedia dell'Arte e disegnandola in chiave futurista, Bonetti volle riassumere nella maschera i due momenti clou della vita della città di Viareggio: l'estate (con i colori bianco e rosso tipici degli ombrelloni sulle spiagge negli anni Trenta) e il Carnevale. Da quell'edizione Burlamacco e Ondina sono i simboli della città e del suo Carnevale. Oggi il Carnevale è un grande evento di arte, tradizione, spettacolo e cultura che ogni anno richiama molti turisti. A causa dell'emergenza sanitaria l'anno scorso la manifestazione si è svolta a settembre e ad attendere i carri non c'era la consueta folla, ancora non ci sono certezze sull'edizione 2022 del Carnevale, che, forse, potrebbe essere rimandata.

Firenze e il Carnevale

Anche se non sono in molti a saperlo anche a Firenze il Carnevale ha origini antiche. Dal '400 in poi il periodo del carnevale è accompagnato dai Canti Carnascialeschi, ovvero quelle canzoni che venivano cantate nelle mascherate carnevalesche. Uno dei canti più noti è quello di Lorenzo de' Medici che scrisse, intorno al 1490, il canto carnascialesco dedicato a Bacco e Arianna ("Trionfo di Bacco e Arianna"), da far eseguire da un coro accompagnato da una piccola orchestra. "Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza" questo è il verso più noto del componimento. Oltre al Medici si dilettarono nella scrittura anche Poliziano, Giambullari, Varchi, Grazzini e anche Machiavelli.

Al Carnevale si lega anche la tradizione del Calcio storico fiorentino: era usanza che nel in quel periodo i giovani si dilettassero con il gioco del calcio, ma nel 1530 l'assedio da parte delle truppe imperiali di Carlo V, alleato della famiglia Medici che voleva ristabilire il controllo sulla città, ne impediva il regolare svolgimento. Per questo motivo i calcianti dei Bianchi e dei Verdi si organizzarono e giocarono, per dimostrare al nemico che l'assedio non era poi gran cosa, in piazza Santa Croce luogo ben visibile dalle colline dove il nemico era accampato. La partita, che oggi prende il nome di "Partita dell'Assedio", fu accompagnata dai musici per sbeffeggiare maggiormente gli assedianti.

Nel 1598, nel periodo che precede la Quaresima, a Firenze andò in scena per la prima volta la rappresentazione della Dafne di Jacopo Peri (su libretto di Ottavio Rinuccini), un vero e proprio dramma per musica: quel giorno segna l'inizio dell'opera per com'è conosciuta oggi.

Nel '700, nel periodo in cui regnarono i Lorena, le feste e le sfilate dei carri furono mantenuti, iniziarono a debuttate le opere e le commedie al teatro della Pergola e non mancavano le feste danzanti organizzate nelle dimore private, nei palazzi nobiliari.

Alla fine del secolo nacque, come abbiamo già raccontato la figura di Stenterello, pallido e traballante, ma grande amante delle frittelle, come racconta Pellegrino Artusi.

La Prima Guerra mondiale stoppò i festeggiamenti e solo nel 1918 nelle case si tornò a ballare e brindare. I carri però smisero di sfilare in città e si spostarono completamente a Viareggio dove, nel 1921, come abbiamo detto ci fu la prima sfilata con la musica.

Solo nel 2020 Firenze è tornata a celebrare il Carnevale in modo sfarzoso, dopo circa 100 anni di stop. È stata organizzata una grande sfilata nel centro storico e un ballo in maschera nel Salone dei Cinquecento, il 2021 ha interrotto la rinnovata tradizione, ma per quest'anno è in programma un nuovo ballo e sempre dentro Palazzo Vecchio (l'ingresso è consentito solo previo acquisto del biglietto).

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