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L'arte degli Uffizi in tavola: la costata alla fiorentina di Dario Cecchini omaggio a Jacopo Chimenti / VIDEO

Un nuovo appuntamento con Uffizi da mangiare. Protagonisti l'opera di Jacopo Chimenti e la costata alla fiorentina di Dario Cecchini

Continuano gli appuntamenti culinari delle Gallerie degli Uffizi. Grandi chef, partendo da alcune delle opere esposte nei musei fiorentini, realizzano pietanze della tradizione e non solo. Domenica 24 gennaio il secondo appuntamento ha omaggiato Jacopo Chimenti e la costata alla fiorentina magistralmente cucinata da Dario Cecchini, macellaio storico del Chianti.

Che cosa si mangiava a Firenze nel ‘600? Cacciagione e selvaggina erano le nobili pietanze delle mense che Jacopo Chimenti, detto l'Empoli (1551 –1640), era abile nel dipingere e non solo. L'opera dell'artista s'intitola "Dispensa con botte, selvaggina, carne e vasellame" (1624).

L’Empoli, nome di una città toscana vicino Firenze, era anche volgarmente chiamato l’Empilo (ovvero ri-empilo in toscano), a causa del vizio di “gola” del nostro artista, come raccontano gli aneddoti tramandati dalle fonti antiche, compreso lo storico Filippo Baldinucci (1624-1696). Pare infatti che il pittore non vedesse l’ora di portare a termine i suoi dipinti, per poi mangiarli e quindi "ri-empirsi" la pancia senza che ci fosse un domani. Di qui l’Empilo, proprio per via di quelle carni che diventavano, a lavoro finito, il giusto compenso della sua arte.

5. Empoli_selvaggina e varie

Le dispense di carni per il loro crudo realismo possono urtare la sensibilità di taluni di noi, ma documentano le tavole delle classi agiate del XVII sec. Il piatto più famoso a Firenze è la “ciccia”che prende il nome della stessa città.

La "bistecca alla fiorentina" appunto è un particolare taglio di carne che non si mangia altrove e il cui tempo di cottura segna i confini del Granducato: rigorosamente al sangue! Dario Cecchini, poeta della bistecca, racconta il rituale sacro della cottura al grande fuoco, archetipo e primo elemento. Per tutti i visitatori amanti dell'arte e della carne, il dipinto di Jacopo Chimenti si trova proprio alla fine del percorso espostivo della Galleria degli Uffizi.

E per chi non mangia la carne ci sono le zuppe, le minestre di pane, i fagioli all'uccelletto e tutto quel che offre la gastronomia di una terra in cui arte e cucina sono un incastro perfetto.

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