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Mecenatismo: ex docente usa parte della liquidazione per restaurare gli affreschi dell'Abbazia di Badia a Passignano

Un'azione dettata dall'amore per l'arte, trasmessa dalla sua professoressa ai tempi del liceo classico

Nel Chianti il mecenatismo culturale ha il volto di donna. Una cittadina, amante dell’arte e dell’attività creativa, si è adoperata concretamente per la valorizzazione e la tutela di un tesoro storico-artistico conservato in una delle abbazie più antiche d’Italia. Si tratta di Elisabetta Bertol, ex docente universitaria, che ha deciso di finanziare di tasca propria l’intervento di restauro degli affreschi laterali del Cenacolo di Badia a Passignano, borgo di origine medievale situato nel Comune di Barberino Tavarnelle. 

La sua generosità ha dato nuova vita e luce agli affreschi del 1598 che adornano le pareti laterali del refettorio monastico al centro del quale campeggia il celebre dipinto “L'ultima Cena” di Domenico Ghirlandaio (1476). Gli affreschi, eseguiti dai fratelli Cesare e Benedetto Veli, successivi di circa un secolo al capolavoro del Ghirlandaio, rappresentano le figure religiose, tra santi e beati, appartenenti all’ordine benedettino vallombrosano che per secoli ha abitato nell’abbazia fondata intorno all’anno Mille da San Giovanni Gualberto. 

“Mi dava fastidio il fatto di vedere questa opera d'arte in condizioni pietose – racconta la professoressa -. Per questo ho deciso di donare parte della mia liquidazione alla comunità di Badia a Passignano per sistemare quegli affreschi. Anche se all'università mi occupavo di tossicologia forense, ho sempre amato l'arte fin dai tempi del liceo classico. La mia professoressa d'arte fu brava a trasmettermi la sua passione, e devo anche a lei questo amore. Quest'azione mi ha dato una grande soddisfazione”. 

Se da una parte c'è chi finanzia di propria tasca le opere d'arte, dall'altra sono recenti gli episodi di alcuni ambientalisti che, per dare maggiore voce alle questioni relative al clima, hanno imbrattato tesori inestimabili. Un'azione che Elisabetta non condivide, nonostante l'argomento sia di lecito interesse per tutti: “Condivido che l'uomo abbia sottovalutato negli anni la questione, ma non sono d'accordo con questo modo di protestare. L'arte è un'espressione del contenuto dell'umanità, e di quello che l'uomo dovrebbe essere. Non si può sciupare questi tesori, si tratta di uno spreco, un principio che tutti stiamo combattendo. Solo conoscendo il passato possiamo orientarci verso il futuro”.

E proprio per garantire la bellezza di queste opere, l'ex docente ha avviato una raccolta fondi per invogliare le persone a donare anche una piccola cifra, al fine di contribuire tutti insieme a riportare ai fasti di un tempo affreschi, quadri e sculture che hanno bisogno di un restauro: “Insieme ad una mia amica abbiamo fondato un comitato che si chiama “United By Art”, per cercare di diffondere queste nostre iniziative. Io ho fatto la mia parte, spero che anche gli altri possano fare la loro. Al piano superiore dove si trova questo cenacolo, c'è un perimetro di quattro lati di affreschi che rappresentano l'unico ciclo al mondo completo della vita di San benedetto, e che si trovano in uno stato quasi di abbandono. Sarei felice se la regina d'Olanda, che viene spesso in vacanza qua, venisse un giorno a visitare l'Abbazia completamente restaurata. Sarebbe un motivo d'orgoglio per tutta la nostra comunità”.

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