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Terza età: "Senza interventi a rischio la tenuta del sistema"

L’allarme lanciato durante il convegno “Come si deve invecchiare: le sfide della longevità”

L’invecchiamento della popolazione è un indicatore positivo, ma che impone riflessioni e interventi. Perché se è vero che da un lato testimonia i miglioramenti nella qualità della vita e i progressi della medicina, dall’altro rappresenta una sfida, relativa alla tenuta del sistema socio-sanitario. Un sistema che, se non si interviene tempestivamente ed efficacemente, rischia di saltare nel giro di un decennio.

E’ quanto è emerso nel corso del convegno “Come si deve invecchiare: le sfide della longevità”, tenutosi a Firenze su iniziativa dell’Agenzia Generali di Firenze Rifredi e a cui hanno dato il loro contributo il gastroenterologo Giacomo Trallori, l’assessore al Welfare del Comune di Firenze Sara Funaro e il presidente del settore sociosanitario di Conflavoro Massimo Mattei.

Tre approcci diversi, ma con un unico comune denominatore, riassunto efficacemente dall’assessore Funaro: “è necessario svolgere un’analisi approfondita della situazione attuale e di quella che avremo in prospettiva per individuare in tempo soluzione e risposte”.

I numeri parlano chiaro: l’Italia registra un tasso di invecchiamento della popolazione italiana tra i più significativi tra i paesi maggiormente sviluppati, e la Toscana non fa eccezione. In Italia nel 2021 l’aspettativa di vita alla nascita ha registrato un aumento di oltre tre anni nell’ultimo ventennio, giungendo a 80,1 anni per i maschi e 84,6 per le donne. Superiore il dato toscano: 81 anni per gli uomini (seconda regione in Italia, dopo il Trentino-Alto Adige) e 85,2 per le donne. 

Parallelamente all’aumentata aspettativa di vita, si è verificato un cambiamento nelle patologie prevalenti, con un passaggio da quelle infettive e carenziali a quelle cronico-degenerative, con ciò che comporta in termini di cura e assistenza.  La previsione è che il numero di soggetti con disabilità aumenterà proporzionalmente alla crescita della popolazione, con una più alta percentuale proprio nelle classi di età più avanzata, aumentando anche l’onere socioeconomico per il sistema socio-sanitario e per le famiglie.

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“O raccogliamo la sfida – ha detto il dottor Trallori - oppure tra 10 anni non ci saranno risorse per curare le malattie croniche, a partire dal diabete, e neppure per gestire le non autosufficienze. Una grande sfida da affrontare con la collaborazione tra pubblico e privato”.

Collaborazione particolarmente importante nel settore delle Rsa, almeno fino a qualche tempo fa, ha sottolineato Massimo Mattei, mettendo in evidenza le difficoltà contingenti – causate dai rincari delle bollette, aumentate di circa il 300% - e quelle strutturali: “Rispetto al passato si registra un peggioramento del quadro sanitario di ingresso degli ospiti, in gran parte affetti da patologie che sarebbero da ospedale più che da RSA, strutture sempre più sanitarie e meno sociali. Con conseguenti difficoltà per il personale, per le istituzioni e per le famiglie, poiché le prime hanno sempre meno risorse per sostenere le seconde”, ha spiegato.

“Non ho la certezza che il sistema che tra dieci anni il sistema di welfare sarà ancora garantito. Reggerà chi è stato previdente, altrimenti, se il sistema salta, l’anziano resta a casa”, ha incalzato Mattei ricordando che solo a Firenze sarebbero tra 5 e i 6mila gli anziani che sarebbero costretti a tornare nelle case se le RSA alle prese con i rincari e le difficoltà di pagamento dovessero chiudere.

“Il Comune di Firenze - ha detto l’assessore al Welfare di Palazzo Vecchio Sara Funaro - ha assunto un impegno preciso: la spesa sulla non autosufficienza non si tocca. La popolazione fiorentina conta quasi il 27% di over 65, e moltissimi di questi sono over 80, di cui più di 250 ultracentenari, in consistente aumento rispetto al passato. Abbiamo circa 10mila tra cartelle aperte e cittadini anziani che usufruiscono di alcuni servizi, nelle Rsa ci sono circa 1700 ospiti con livello di occupazione totale dei posti nelle strutture. Agli altri vanno comunque date risposte, tra queste rafforzare la medicina sul territorio, a partire dall’assistenza domiciliare”.  

A margine dell’incontro il titolare dell’Agenzia Generali Firenze Rifredi Roberto Iascone ha sottolineato la volontà dell’Agenzia di corredare la propria attività imprenditoriale con iniziative di informazione e cultura per diffondere informazioni e conoscenza e suggerire condotte per migliorare la qualità della vita che, unite alle soluzioni assicurative, potranno essere di supporto alla gestione della non autosufficienza.

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