Tav nel tunnel: "Cambio di rotta? Tirate fuori le carte"

Sul nodo fiorentino dell'alta velocità ferroviaria è ormai un vero e proprio "tutti contro tutti". Nei giorni scorsi il governo ha fatto sapere di aver messo in discussione tutti i progetti Tav d'Italia, considerati da rimodulare alle esigenze progettuali ed economiche. E dunque anche quello di Firenze. Apprezzamenti sono arrivati subito dal sindaco di Firenze Dario Nardella, mentre la Regione, con il presidente del Consiglio Giani prima e il governatore Rossi poi, ha chiesto con forza il mantenimento del progetto del tunnel sotto Firenze, perché "ormai approvato e in stato avanzato".

Nelle polemiche che dividono in due il Partito democratico entra il parlamentare del Movimento 5 Stelle Alfonso Bonafede, che in un'interpellanza presentata alla Camera sottolinea come "non esista alcun tavolo di confronto tra il sindaco ed i vertici stessi della Rfi" e quindi "non risulta alcun documento che attesti il cambio di rotta, ancora nessun atto formale, nessuno scritto". Perché se esistesse, per Bonafede, occorrerebbe "interrompere immediatamente i lavori del sottoattraversamento ferroviario" e "far fronte al ripristino dello stato dei luoghi nelle zone danneggiate".

"Quello della Tav di Firenze è un progetto nato male e cresciuto peggio", commenta Bonafede, che chiede al Ministro per le infrastrutture Graziano del Rio, tra le altre cose, quali iniziative "intenda porre in essere, al fine di non consentire possibili speculazioni immobiliari nelle aree del cantiere" e se non "ritenga di favorire l'avvio di un percorso concreto di progettazione partecipata tra i cittadini, le istituzioni e tutte le parti interessate".

Ieri, intanto il comitato "Pendolari Valdarno Direttissima" ha inviato al governatore Enrico Rossi e al sindaco Dario Nardella una dettagliata lettera, nella quale sottolineano contraddizioni e criticità del sottoattraversamento dell'alta velocità, sottolineando che "il tunnel non serve per il trasporto pendolari".