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Tiziano Renzi querela Belpietro: "Non pagai dipendenti a nero"

Un ex distributore a "La Verità": "Alle paghe pensava Matteo". Lui: "Finirete come Travaglio"

E' ancora bufera sui padri famosi e sulla gestione dei loro rapporti aziendali. A scatenare una nuova durissima polemica un articolo de La Verità sull'azienda di "strillonaggio" dei Renzi, che ha pubblicato ieri la trstimonianza di Andrea Santoni, "ex distributore di giornali nell'azienda di Tiziano Renzi". "Lavoravo in nero per i Renzi e alle paghe ci pensava Matteo", ha titolato il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro.

Secca la replica di Tiziano Renzi: "Il direttore Belpietro e il giornalista Amadori insistono nella loro campagna diffamatoria contro di me, la mia famiglia, le mie aziende - ha scritto su Facebook - sostenere che il lavoro degli strilloni fosse un 'lavoro in nero per i Renzi e alle paghe ci pensava Matteo' è l'ennesima diffamazione".

"E dire che basterebbe conoscere le leggi per capire - ha aggiunto - i ragazzi che distribuivano i quotidiani, infatti, erano pagati cash perché trattenevano il loro compenso da ciò che incassavano con la vendita dei quotidiani ma poi ovviamente l'azienda provvedeva al pagamento delle tasse come previsto dalla legge. Era pagamento in contanti, non in nero: una semplice differenza che in sede di tribunale sarà facilmente dimostrabile". 

Il padre dell'ex premier ha annunciato dunque di aver dato mandato ai propri legali di sporgere una nuova querela: "Il tempo sarà galantuomo contro questa ennesima schifezza come lo è stato con il signor Travaglio e mi auguro lo sarà con le altre cause gia aperte contro il signor Belpietro. Stupisce che questi signori, nonostante i tanti procedimenti aperti e le condanne, continuino a pontificare a reti unificate contribuendo a creare un clima di odio e di fake news. Io non ho talk show che mi paghino per dire inesattezze, come ha fatto ad esempio Otto e Mezzo con Travaglio. Posso solo reagire con la forza della verità. Quando arriveranno le sentenze sarà mia cura tenervi informati. Intanto buona domenica a tutti", ha concluso.

Sulla stessa falsa riga le parole del figlio Matteo, sempre su Facebook: "Ogni accostamento dei guai dei Di Maio alla mia famiglia fa fioccare le azioni civili per risarcimento danni: ancora oggi un quotidiano ci ha diffamato sul lavoro nero, dicendo il falso, e il suo direttore ne risponderà in tribunale. Del resto, dopo la doppia condanna di Marco Travaglio, fare azioni civili di risarcimento danno è diventato per mio padre un dovere morale, prima ancora che un diritto".

Ma La Verità oggi rincara la dose: "Una sentenza e i testimoni ci danno ragione". 

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