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Taglio dei vitalizi e dei consiglieri regionali dalla prossima legislatura

Il Consiglio regionale ha approvato il taglio del numero dei consiglieri, la soppressione del vitalizio e il passaggio al sistema contributivo partendo dalla prossima legislatura

La Regione Toscana intraprende la strada del contenimento delle spese. Ieri la maggioranza del Consiglio ha approvato le modifiche  alla legge finanziaria del 2012. Tre i punti chiave: soppressione del vitalizio, passaggio al sistema contributivo e riduzione del numero dei consiglieri da 55 a 40, sebbene già all’inizio del mandato di Rossi ci fosse stata una riduzione da 60 agli attuali 55. Le modifiche al numero di eletti, che prevede anche una diminuzione degli assessori da dieci a otto, andranno in vigore dalla prossima legislatura.

Sullo stesso argomento anche una mozione collegata, presentata dall'Idv e approvata a all'unanimità, che impegna il Consiglio regionale a valutare una normativa che consenta, a chi ne faccia richiesta, di poter chiedere già da questa legislatura il passaggio al sistema contributivo rinunciando al vitalizio.

La decisione della Toscana ricalca anche quanto già previsto dalla manovra estiva del governo Berlusconi che prevedeva un taglio degli eletti nei consigli regionali. La manovra prevede un forte rigore dei conti con un ulteriore contenimento delle spese per 50 milioni di euro, maggiore equità con la compartecipazione dei cittadini attraverso lo strumento dell'Isee per l'accesso ai servizi sociosanitari e ai ticket, oltre a un aumento dell'Irpef dello 0,50% per i redditi oltre i 75 mila euro. Previsto un forte contrasto all'evasione fiscale.
 
MANAGER - All’ordine del giorno anche le proposte dei consiglieri Locci e Staccioli per mettere un tetto allo stipendio di dirigenti e direttori generali, tale che non possa superare l’indennità del presidente del Consiglio regionale e della giunta. L’ordine è stato respinto, ma con alcune precisazione del Governatore Rossi.
 “Penso che sia giuridicamente impraticabile ridurre di un quarto uno stipendio, come chiedevano i consiglieri, perché ci sono contratti di lavoro da rispettare – spiega Rossi – Ma sul fronte del contenimento della spesa del personale e delle indennità degli alti dirigenti la Toscana può sicuramente dare il buon esempio”.

“Il presidente della Toscana, si legge in una nota della Regione, ricorda appunto come esista un gentlement’s agreement per cui i direttori generali delle Asl non possono cumulare in Toscana il loro stipendio con un’eventuale pensione. Se la riscuotono, il loro assegno viene infatti decurtato di pari importo. “Il che – sottolinea Rossi – è un risparmio per l’ente”. Per analogia lo stesso accade per i direttori generali e gli alti incarichi in Regione. Non c’è una norma, ma viene firmato un patto caso per caso”.
 

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