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Strage in fabbrica a Prato, Napolitano: "Condizione di insostenibile sfruttamento"

Dopo la morte di sette operai cinesi il presidente della Regione chiede un incontro al presidente Enrico Letta. Poi un appello: "Lo Stato deve fare accordi con la Repubblica Popolare Cinese"

Il day after la strage in cui sette operai cinesi sono morti in un incendio all’interno di una fabbrica del Macrolotto, la politica chiede un cambio di rotta. Stamani sul caso è tornato il governatore della Toscana per chiedere un incontro urgente ai vertici dello Stato. Direttamente al premier Enrico Letta. L'appello al presidente del Consiglio e al ministro degli Interni, Angelino Alfano, è stato lanciato da Agorà su Raitre.

LA STRAGE NEL CAPANNONE

“Io oggi voglio telefonare al presidente Letta, poi voglio parlare anche con il ministro degli Interni. Lontano dai riflettori, chiedo la convocazione di una e più riunioni per mettere a punto una strategia che bonifichi questa situazione". "Sullo sfruttamento di quei sette operai che ieri sono morti e di altri, uno sfruttamento brutale a un euro l'ora, vive un'economia che va oltre le dimensioni del Paese. E' - spiega Rossi nella sintesi diffusa da Agorà - un pezzo di realtà cinese, rappresenta un'extraterritorialità conficcata nel cuore dell'Italia e della Toscana". "Bisogna recuperare questa realtà alla legalità con una pluralità di interventi". "Il centrosinistra ha avuto a volte comportamenti eccessivamente compassionevoli. Il centrodestra ha puntato principalmente sui controlli, che sono spesso inefficaci: è come seccare il mare con un secchiello. Ora - conclude Rossi - serve una politica più distesa. Ad esempio lo Stato deve fare accordi con la Repubblica Popolare Cinese".

ALFANO - Rossi ha anche invitato il ministro degli interni a constatare la situazione che si è sviluppata nella città toscana. “Venga Alfano e venga a verificare la situazione. Chiedo al ministro degli interni di venire a Prato e di starci non un'ora ma qualche giorno per vedere come stanno le cose”. "Noi non deroghiamo sulle politiche della legalità. Ma 1.500 permessi di soggiorno rilasciati senza avere neanche una mappatura di quanti sono i cinesi qui - aggiunge Rossi - significa che c'è qualcosa che non torna. Le politiche politiche solo repressive non portano da nessuna parte".

NAPOLITANO: CONDIZIONE INSOSTENIBILE – Rossi che chiese udienza a Letta e Alfano. E Giorgio Napolitano, il presidente della Repubblica, che invia una lettera ai rappresentanti della comunità cinese di Prato: “I miei sentimenti sono di umana dolorosa partecipazione per le vittime della tragedia. L’episodio suscita orrore e compassione in tutti gli italiani. Al di là di ogni polemica o di una pur obbiettiva ricognizione delle cause che hanno reso possibile il determinarsi e il permanere di fenomeni abnormi sollecito a mia volta un insieme di interventi concertati al livello nazionale, regionale e locale per far emergere da una condizione di insostenibile illegalità e sfruttamento realtà produttive e occupazioni che possono contribuire allo sviluppo economico toscano e italiano”.

CGIL – Nel corso della giornata è arrivato poi anche il commento dal comitato direttivo della Cgil: “Il tragico incidente sul lavoro è l’ennesimo segnale di una gravissima diffusione dell’area del sommerso e dell’illegalità”. Il sindacato annuncia e promette anche mobilitazioni a riguardo “per far emergere queste situazioni e far rispettare i diritti di tutte le lavoratrici e i lavoratori, a prescindere dalla nazionalità di appartenenza”, esprimendo dolore e solidarietà nei confronti dei familiari delle vittime. In concomitanza con i funerali si svolgerà una manifestazione unitaria e il 10 dicembre si riunirà a Prato il comitato direttivo della Cgil della Toscana per decidere le iniziative da mettere in campo.

CAMERA – Intanto l'appello del presidente della regione Toscana è stato raccolto: dalla conferenza dei capigruppo arriva la notizia che il governo interverrà domani in Aula alla Camera per un'informativa urgente.

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