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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Stadio, Renzi: "Basta potere alle sovrintendenze, buttiamo giù le curve e rifacciamolo"

Il leader di Italia Viva a Firenze: "Subito una norma per togliere il vincolo alle curve"

"E' da un anno che lo dico a Dario: c'è un muro, guarda che vai a sbattere. Gliel'ho detto in tutti i modi, alla fine ci è andato a sbattere". E' il solito Matteo Renzi quello che, dal dehor del ristorante Frescobaldi di piazza Signoria, dice la sua sullo stadio Artemio Franchi e stuzzica l'inquilino di quel Palazzo Vecchio che, maestoso poco metri accanto, negli ultimi mesi è sempre più teatro di scontro tra Pd e Italia viva.

Il tema, ovviamente, è lo stop dell'Unione Europea ai 55 milioni di euro di fondi Pnrr necessari a riqualificare l'opera del Nervi. "Sono soldi pubblici, dei contribuenti. Arrivano dal ministero dei beni culturali? Allora devono andare agli Uffizi, al Bargello. Oppure vadano sulle case popolari", ripete Renzi, che da settimane batte su un tasto che per il sindaco e per l'intera amministrazione è diventato a dir poco dolente.

Che fare allora per riqualificare il Franchi ed evitare che diventi un nuovo Flaminio, lo stadio romano abbandonato in condizioni di degrado? "Da anni abbiamo un progetto, quello di Marco Casamonti (dello studio Archea, uno dei più noti in città e che riesce a piazzare moltissimi progetti, ndr). Propongo di tornare a quello", scandisce Renzi.

Giù le curve

E dunque, "abbattere le curve e fare sì che i soldi li metta Commisso, non i contribuenti". Storia vecchia, la questione delle curve. Sono sottoposte, anche esse, come tanti altri elementi architettonici del Franchi, tipo le scale elicoidali e la torre di Maratona, a vincolo. Di fatto, intoccabili.

"Prima di Pessina (il precedente sovrintendente, ndr) sulle curve c'era solo un mezzo vincolo, superabile. Poi, guarda un po', assieme al progetto di Casamonti è arrivato anche il vincolo. Ma io dico: basta potere alle sovrintendenze, non sono loro che governano le città", la carezza che Renzi manda ad Antonella Ranaldi.

E ancora: "Togliamo il vincolo alle curve, abbattiamole e ricostruiamole. Se vogliamo, se c'è la volontà politica, un emendamento in tal senso lo proponiamo domani. Fratelli d'Italia che fa? Ce lo vota? E la Lega?", chiede il senatore, sapendo bene che (anche) su questo il suo omonimo, leader del Carroccio, Matteo Salvini, la pensa come lui.

Il nuovo 'giglio'

Il leader di Italia viva è circondato da gran parte del 'giglio' fiorentino, i suoi fidatissimi uomini e donne. Un 'giglio' che, se pure non è più quello 'magico' che un tempo decideva sulle sorti dell'Italia, a Firenze vuole contare ancora, ancor più considerando che tra poco più di un anno si voterà per il successore di Dario Nardella, ormai alla fine del secondo mandato.

Così si vedono il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini ("lui sì che è un sindaco capace, in due anni ha dato i permessi ed è riuscito a far costruire il Viola Park", la frecciata di Renzi all'ex delfino suonatore di violino), la vicepresidente del consiglio comunale Barbara Felleca, che non disdegna, quando possibile, di mettere il bastone di traverso al gruppo Pd in consiglio comunale, e recentemente scontratasi con il presidente dell'assise Luca Milani, per la cancellazione di un invito all'ambasciatore israeliano.

Entrambi, ex Pd. Come Massimo Mattei, new entry fresca fresca di Italia Viva, con l'annuncio arrivato ieri all'assemblea regionale del partito a Fiesole. Poi, tra gli altri, ovviamente, il consigliere regionale e presidente del Quartiere 1 Maurizio Sguanci ("E' in forma Matteo vero?", lo esalta), e il senatore Francesco Bonifazi, renziano della primissima ora.

"L'anno scorso in questo stesso luogo abbiamo fatto una conferenza stampa sulle multe e da quel momento sono diminuite. Vediamo se ora Dario (Nardella, ndr) capisce che con questo restyling del Franchi non va da nessuna parte", punge ancora Renzi, sponsorizzando il progetto Casamonti.

"Nella maggioranza Pd la pensano tutti come me ma non hanno il coraggio di dirlo. Ora il tema è non perdere quei 55 milioni di Pnrr. Ripeto, mettiamoli nelle case popolari, per il progetto della riqualificazione della ex caserma Lupi di Toscana o altrove, basta non perderli", ripete ancora l'ex sindaco e leader Iv, che a molti pare più interessato alle case popolari ora che nei tempi in cui era primo cittadino.

Torna l'amore con Calenda?

Infine, incredibilmente, paiono riaprirsi le porte verso Carlo Calenda, dopo gli insulti pubblici e gli stracci volati tra i due nelle scorse settimane, con il fallimento del progetto di partito unico tra Iv e Azione.

"Non mi attacco mai alle questioni personali", scandisce Renzi, facendo drizzare i capelli a più di un giornalista. "Quindi - prosegue -, spero che si possa fare quello che abbiamo deciso di fare sei mesi fa, prendendo 2,5 milioni di voti dagli italiani", le parole del leader maximo di Iv, in risposta ai toni di nuovo mielosi arrivati dal 'patron' di Azione, che sul Renzi bollato come "un mostro" è già tornato indietro: "Ho usato toni sbagliati".

Ma si parlava di stadio, già. Per il quale, detto en passant, al momento restano comunque stanziati circa 150 milioni di euro, comunque non sufficienti senza i 55 venuti a mancare. Chissà, forse sarà tema della prossima campagna elettorale: come 5 anni prima, come 10 anni prima, come 15 anni prima. Ed anche prima, ma fermiamoci qui.

Il progetto del Franchi scricchiola: l'Ue stoppa i 55 milioni del Pnrr

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