rotate-mobile
Politica Sesto Fiorentino

Terremoto Pd a Sesto: mozione di sfiducia contro il sindaco Biagiotti

Formalizzata da 13 consiglieri sui 24 totali in Consiglio: oltre a Sel ed ex M5s è stato sottoscritto da 8 'dem'. Prende corpo così lo strappo su aeroporto e inceneritore. Nardella: "Slealtà grave". Rossi: "Ritiratelo"

Sono ore delicatissime quelle che sta vivendo il Comune di Sesto Fiorentino, municipio alle porte di Firenze, tra i più ‘pesanti’ dei 42 che conta la Città metropolitana. Tredici consiglieri su 24, infatti, hanno presentato una mozione di sfiducia contro il sindaco, la renziana di ferro Sara Biagiotti (che con l’attuale ministro Maria Elena Boschi e l’eurodeputata Pd, Simona Bonafé, curò la campagna elettorale di Matteo Renzi durante le primarie del 2012, quelle contro Bersani). 

Contro Biagiotti, tra l’altro attuale presidente di Anci Toscana, si sono schierati 8 dei 14 consiglieri del Pd (Giulio Mariani, Diana Kapo, Laura Busato, Maurizio Ulivo Soldi, Aurelio Stera, Gabriella Bruschi, Antonio Sacconi, Andrea Guarducci), 4 di Sel e un ex M5s, ora nel gruppo misto.

L’affondo getta il Comune e il Pd di Sesto in una fase complicata, anche se, nei 12 mesi della legislatura Biagiotti, di indizi sullo strappo ce ne sono a bizzeffe. Un travaglio che, a titolo esemplificativo, si può riassumere in due passaggi, due passi indietro formalizzati nelle settimane scorse: le dimissioni del capogruppo ‘dem’ in Consiglio, Giulio Mariani, e, a stretto giro, quelle di Camilla Sanquerin, segretaria della federazione sestese. Il grosso della partita si gioca attorno a due grandi temi, carichi di polemiche, che insistono nel territorio comunale ma che riguardano lo sviluppo dell’intera area metropolitana: il nuovo aeroporto di Firenze, contro cui si era scagliato l’ex sindaco di Sesto, Gianni Gianassi, facendone praticamente una bandiere, e l’edificazione dell’inceneritore di Case Passerini. Opere verso le quali Biagiotti non si è mai detta contraria e che hanno strutturato il dissenso di parte del mondo democratico della Piana. 
 
I DISSIDENTI - Abbiamo presentato” la mozione di sfiducia “con rammarico, ma Sesto Fiorentino merita di più”, sottolinea Giulio Mariani. “La città è bloccata- continua- senza una pianificazione strategica per il futuro e nessuna iniziativa di ascolto a categorie e abitanti della città”. Contro Biagiotti i 13 lamentano “confusione e poca competenza” non solo in merito alle grandi questioni del territorio, come “aeroporto e termovalorizzatore”, ma anche “sui temi di immediato interesse per i sestesi come il trasporto pubblico, il sostegno alle imprese, il piano casa, la raccolta differenziata e la tutela dell’ambiente, le politiche fiscali per le famiglie e le imprese, l’urbanistica e la pianificazione sostenibile, i centri civici e la partecipazione dei cittadini, idee efficaci per rivitalizzare il centro e sostenere i commercianti”. Scandicci, campi Bisenzio, Calenzano e gli altri Comuni della Piana fiorentina stanno “dando forma, anche se in maniera differente, a idee di città e a percorsi decisionali diversi”. Di contro, “mentre il tempo passa”, Sesto “oggi si trova addirittura non rappresentata nella Città metropolitana” e “rischia di non cogliere i segnali di una ripresa che pare intravedersi”.

NARDELLA – Con la mozione di sfiducia, l’incrinatura ha fatto un salto di qualità formalizzando quello che era nell’aria: la rottura. Che ha fatto rumore, tanto da chiamare in causa Dario Nardella, sindaco del Comune e della Città metropolitana di Firenze: “A Sara Biagiotti ho espresso tutta la mia solidarietà e la mia vicinanza”. Queste le parole di rito, poi l’affondo verso i dissidenti: “Rimango sbigottito di fronte ad un atto di grave slealtà nei confronti di un sindaco che, appena un anno fa, ha ricevuto più del 56% dei voti dei propri cittadini”. E ancora: “La incoraggio ad andare avanti perché non è sola. Sul progetto di sviluppo di tutta l’area metropolitana, tutte le istituzioni sono dalla sua parte”. Un disegno, conclude Nardella, “che porterà occupazione e finalmente ci consentirà di uscire da polemiche trentennali che hanno tenuto congelato il territorio”.

PD METROPOLITANO – “Grande sconcerto, forte preoccupazione e una condanna netta. Confidiamo nei prossimi giorni si possa ragionevolmente ritirare un atto così grave e tornare a fare politica ragionando e confrontandosi sui temi”. A dirlo è il segretario del Pd metropolitano di Firenze, Fabio Incatasciato, che giudica l’affondo dei dissidenti “un atto gravissimo, che rischia di privare del governo e del sindaco liberamente eletti dai cittadini con una grande maggioranza, uno dei principali centri della Città metropolitana”. La mozione inoltre “rompe uno dei legami fondamentali di lealtà con il partito e mette in modo irresponsabile a repentaglio la vita del Comune di Sesto, giocando con le istituzioni al di là di ogni valore che dovrebbe avere una forza di governo”. 

ROSSI E SACCARDI – Contro i dissidenti tuonano anche Enrico Rossi e Stefania Saccardi, rispettivamente presidente e assessore alla sanità della Regione Toscana. Il governatore si augura che la mozione sia “ritirata”. Biagiotti- afferma Rossi- riveste la carica di sindaco da poco più di un anno e quindi le argomentazioni addotte nella mozione di sfiducia, relative a scelte che riguardano la Piana precedono la sua nomina. Non può dunque essere indicata come responsabile”. Inoltre la sua sfiducia “sarebbe un indebolimento grave per tutta l'area”. Per il presidente, infatti, la crisi in atto a Sesto “non sembra spiegarsi con temi di natura squisitamente locale, bensì con forme di ostilità tra componenti del partito a livello nazionale. Mentre un Pd unito e coeso antepone gli interessi della comunità e del territorio a personalismi e a contrapposizioni ideologiche”. 

“C'è da augurarsi- gli fa eco Saccardi- che a Sesto si possa velocemente tornare al normale confronto politico e che il sindaco Biagiotti, la sua giunta e la maggioranza in consiglio comunale possano continuare a lavorare per la città. L'alternativa sarebbe l'arrivo di un commissario prefettizio: Sesto, città dalle solide radici democratiche, non lo merita. Fa male constatare che a questa manovra di cortissimo respiro contro un primo cittadino del Pd si prestino anche consiglieri dello stesso partito”. 

CONSIGLIO STRAORDINARIO – La mozione di sfiducia potrà essere discussa non prima di 10 giorni, cioè questa mattina, e non oltre 30 giorni dalla presentazione. Una finestra temporale che, in sostanza, va dal 17 luglio alla prima metà di agosto. La formula è quella del Consiglio straordinario: si arriva alla sfiducia con votazione nominale se l’atto ottiene la maggioranza assoluta dei consiglieri. Il prossimo Consiglio comunale è stato convocato il 9 luglio: in quella data la mozione, in assenza dei termini previsti dalla legge, non potrà essere discussa.
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Terremoto Pd a Sesto: mozione di sfiducia contro il sindaco Biagiotti

FirenzeToday è in caricamento