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Sesto Fiorentino, Biagiotti: "Non mi dimetto, mi sfiducino"

In serata l'incontro con i cittadini

 Le dimissioni non sono un'opzione percorribile per Sara Biagiotti, il sindaco di Sesto Fiorentino, sul cui futuro pende una mozione di sfiducia sottoscritta da 13 consiglieri comunali sui 24 totali, di cui 8 del suo stesso partito, il Pd. Lo dice chiaramente intervenendo ai microfoni di Lady Radio: nessun ripensamento dell'ultimo minuto, "vado avanti: chi vuol mandare il Comune al voto" passando "per un commissariamento lungo 10 mesi, deve alzare la mano e assumersene la responsabilita'". Un messaggio chiaro, rivolto non tanto alle forze di opposizione che sostengono la sfiducia (Sel, M5s ed ex M5s, appoggiati da Forza Italia) ma agli otto 'dissidenti' dem: rendere plastica la frattura interna in sede istituzione, l'aula del Consiglio appunto, convocato in seduta straordinaria il prossimo 21 luglio.

Detto questo Biagiotti rivolge un altro messaggio, stavolta a tutto il Pd, guardando al dopo decadenza e ai mesi del commissariamento amministrativo: "Se il partito me lo chiede, certamente mi ricandido". Anche attraverso le primarie? "Vediamo, facciamo le primarie. Io non ho paura di niente". In serata, alle 21, in piazza Vittorio Veneto a Sesto Fiorentino, il sindaco e la giunta sestese incontreranno i cittadini per un bilancio dei primi dodici mesi di mandato.

L'appuntamento arriva 3 giorni dopo l'assemblea pubblica convocata dagli 8 'ribelli' Pd, anche se non avra' il sapore della contro-assemblea: "Assolutamente no- sottolinea Biagiotti-, come hanno fatto altri miei colleghi sindaci, abbiamo deciso di fare una giornata di approfondimento su un anno di governo della citta'". Un riassunto fatto per punti, quattro quelli a cui tiene di piu' il sindaco: "L'aver rivitalizzato il centro di Sesto; dare a tante imprese opportunita' di sviluppo e investimenti, in strettissima sinergia con Regione e Citta' metropolitana; aver mantenuto, forse alzandoli, i livelli dei servizi con le tasse piu' basse di tutta l'area metropolitana". Infine, "sull'emergenza profughi abbiamo costituito il modello toscano: coinvolgere tutte le associazioni del territorio per un'accoglienza" suddivisa "in piccoli gruppi". (Agenzia Dire)

 
 

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