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Scuola: "L'infanzia non si appalta", mamme contro il modello Palazzo Vecchio

Genitori e sindacati contro il modello sperimentale firmato dall'amministrazione, l'appalto al privato sociale (cooperative) di 32 sezione della materna gestita dal Comune. Giachi: "Non ci sono risorse per nuove assunzioni". Nardella: "E' il modello sperimentato nei nidi, non è privatizzare"

“Voglio dire alle mamme, ai genitori dei nostri bambini, cose molto chiare: non chiudiamo e non chiuderemo nemmeno una classe, come qualcuno avrebbe anche preteso, di fronte alla necessità di gestire le risorse che abbiamo a disposizione: al contrario, aumenteremo e miglioreremo i servizi integrandoli con tante offerte aggiuntive”. Così il sindaco di Firenze, Dario Nardella, sulla scelta di appaltare il pomeriggio scolastico in alcuni istituti comunali a cooperative.  

GIACHI – Un progetto sperimentale che si andrà a sostituire a 64 insegnanti - per 32 sezioni per circa 600 bambini- visto che Palazzo Vecchio, spiega il vicesindaco Giachi, “siamo impossibilitati a riassumere: stando ai vincoli di bilancio e alle norme, se rimpiazzassimo i 64 insegnanti che andranno in pensione, non potremmo più assumere nessuno in Comune nel 2015: vorrebbe dire assumere il 100% dei nuovi posti di lavoro a disposizione dell’amministrazione. Niente ingegneri, geometri, amministrativi ecc…”

SINDACATI E MAMME – Ma i sindacati non ci stanno e le mamme protestano. Perché “ci avete avvertito di questo progetto ad anno in corso e l’informazione è stata così scarsa?”, hanno chiesto ieri mamme, nonne, babbi, arrivati armati di passeggini t-shirt con su scritto “L’infanzia non si appalta”. Il tutto forti di una pagina Facebook che raccoglie oltre 4.000 adesioni. E’ per questo che il pool del dissenso non ha intenzione di “cedere di un millimetro”. La conferma arriva alla ‘Dire’ da Stefano Cecchi, esponente Usb dentro la Rsu di Palazzo Vecchio. “Il sindaco Nardella e il vicesindaco Giachi- continua- ci dicono che l’alternativa era la chiusura di 32 sezioni della materna, che con questa formula andrà tutto meglio. Noi non gli crediamo. Per questo non ci fermiamo, anzi: andiamo dal prefetto per aprire la procedura di raffreddamento prevista nello stato di agitazione”.

Una scelta che segue due principi: “Prima di tutto- spiega Cecchi- chiediamo che in sostituzione dei 64 insegnanti andati in pensione siano assunti, almeno per il prossimo anno, in attesa di capire come si evolverà la norma 0-6 del Governo contenuta nella ‘Buona Scuola’ del governo Renzi, 64 precari con contratto a tempo determinato”. Il secondo punto è politico “perché crediamo che questo sia il primo momento di appalto dei servizi alla persona: dalla materna agli asili nido, poi il sociale, fino a che non rimarrà più niente in Comune. Non vogliamo cedere, anche perché cedere alla cooperative significa creare ulteriore precarietà lavorativa all’interno dell’Ente”.

NARDELLA – Sindacati e mamme da una parte, Palazzo Vecchio dall’altra. Con Nardella che difende lo schema scelto, l’integrazione tra pubblico e privato sociale: “Il modello su cui puntiamo ha già avuto un grande successo: è il modello che abbiamo già sperimentato con i nostri nidi, non è il modello della privatizzazione, come qualcuno in malafede vuol fare credere, ma è quello dell’alleanza tra pubblico, il Comune, e il privato sociale, in questo caso imprese cooperative che garantiscono professionalità, per la migliore risposta che si può dare ai nostri bambini”. Per il primo cittadino “è curioso che si annunci l’agitazione sindacale quando non abbiamo predisposto nemmeno mezzo licenziamento”.

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