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Scontrini, il Tar nega ancora le spese di Renzi

Respinto il ricorso di Grassi: dura polemica con il Pd

Si chiude, almeno per adesso, la vicenda giudiziaria sugli scontrini di Palazzo Vecchio. Ma la polemica continua ad infiammare. E' stato lo stesso consigliere che aveva proposto ricorso al Tar, Tommaso Grassi (Sel) a comunicare di aver "perso il ricorso contro il Comune di Firenze sulla vicenda" riguardante le note spese di Renzi ai tempi in cui era sindaco. "Sono abbattuto, ma non battuto - ha detto Grassi - le motivazioni del diniego sono che il ricorso è improcedibile, come è avvenuto per il Movimento 5 Stelle. Il fatto sta che il Tar - continua Grassi - ha ritenuto che, chiedendo tutte le fatture e le ricevute delle spese di rappresentanza di Renzi e Nardella, dal 2009 al 2015, avrei bloccato gli uffici. Nonostante avessi fin da subito dichiarato la disponibilità a farmi le copie da solo, senza gravare sul personale comunale". 

"Tutti i suoi attacchi sono stati pretestuosi con l’unico obiettivo di cercare un po’ di visibilità sugli organi d’informazione”, lo ha attaccato il capogruppo del Partito Democratico Angelo Bassi, aggiungendo che “la sentenza parla chiaro. Ci auguriamo che venga messa la parola fine a tutta questa vicenda ed invito il consigliere Grassi a riflettere su una modalità di fare opposizione che sembra essere spesso sterile, ostruzionistica e strumentale”. 

Controreplica di Grassi che attacca: "Vi rendete conto? A ‪Firenze‬ è crollato il lungarno Torrigiani e il responsabile alla Protezione civile e alla difesa del suolo della città Metropolitana, capogruppo ‪Pd‬ in Palazzo Vecchio Angelo Bassi che fa? Sottrae tempo e impegno all'emergenza per replicare alla sinistra, attaccarmi, dare pareri politici e fare note stampa". In una nota il Pd fiorentino ha poi ribadito, con il suo segretario Massimiliano Piccioli: “Dubito che la Sinistra che il consigliere Grassi dice di rappresentare, l'abbia votato per fare una 'caccia alle streghe' sulle spese del Presidente Renzi al tempo del suo mandato in Palazzo Vecchio".

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