rotate-mobile
Politica

Palazzo Vecchio rimanda il caso Ataf, scintille in Consiglio Comunale

Nel giorno dello sciopero, Renzi rimanda la discussione a settembre. Forti scintille in aula tra Eugenio Giani e Filippo Bonaccorsi. I sindacati lasciano la seduta urlando la loro rabbia contro i consiglieri

Che la vicenda Ataf prenda sempre più le fattezze della classica patata bollente si è potuto costatare durante i consueti lavori del Consiglio comunale di Firenze. Ieri pomeriggio, nel Salone dei Duecento, il grosso del dibattito doveva ruotare attorno alle scelte della Giunta di Palazzo Vecchio riguardo al futuro dell’azienda del trasporto fiorentino. Così era stato annunciato da tempo dallo stesso presidente dell’assemblea Eugenio Giani, che qualche giorno fa aveva indicato le priorità dell’aula prima della pausa estiva: due sedute monotematiche, Ataf ieri e riassetto del mercato di San Lorenzo lunedì prossimo. Questo l’ordine dei lavori, e su questa disposizione si era mossa anche la Rsu dell’Ataf. Scioperare ieri, infatti, per i rappresentanti sindacali aveva un senso forte: incrociare le braccia proprio durante il giorno in cui il Comune di Firenze discuteva le sorti dell’azienda.

E invece colpo di scena: dell’Ataf ieri non si è parlato. Il calendario dei lavori è stato modificato in zona Cesarini su richiesta del sindaco Matteo Renzi che ha preferito far slittare la discussione a settembre, cioè all’inizio dei lavori dopo le ferie della politica. E’ stato lo stesso sindaco Renzi ad annunciarlo ieri mattina all’uscita della riunione con gli ambulanti di San Lorenzo: “di cosa si parla oggi in Consiglio, di Ataf? Non credo proprio”. La strategia utilizzata è quella del temporeggiare, visto che l’intera vicenda sembra essere rimandata di un mese e mezzo. Una decisione presa all’ultimo che ha preso in contropiede tutti, dai gruppi di minoranza, al presidente dell’Ataf Bonaccorsi, che di primo pomeriggio si è recato a Palazzo Vecchio, e da una rappresentanza dei dipendenti dell’azienda e parte della Rsu che all’inizio del dibattito si sono seduti nei posti dedicati agli spettatori.

Il Consiglio così è iniziato con la comunicazione del presidente Giani sulla modifica del calendario: “stamani il sindaco mi ha fatto sapere che, visto lo slittamento delle decisioni, ritiene opportuno affrontare questa questione all’inizio di settembre”. Lungo applauso polemico dei dipendenti; Giani si scalda, minaccia di farli allontanare. Ma lo scoppiettio iniziale non è finito qui. Subito dopo infatti Giani ha fatto un attacco frontale al presidente Bonaccorsi: “appena entrato in aula, mi sono trovato un nuvolo di giornalisti attorno al presidente Ataf. Questo mi fa pensare che non fosse una conferenza stampa preventivamente convocata e questo mi ha dato estremamente fastidio”. Pochi minuti prima del suono della campana, infatti, il presidente Bonaccorsi si era intrattenuto con la stampa per parlare dello sciopero e per fare il punto della situazione su quello che ruota attorno alla privatizzazione. Al presidente del Consiglio non è andato giù per niente, tanto da fare un richiamo ufficiale: “voglio censurare il comportamento del presidente Bonaccorsi, lo farò anche per iscritto e lo comunicherò anche al sindaco; che la sala del Consiglio comunale, quando io devo spiegare ai consiglieri i motivi di questo slittamento dell’ordine del giorno, venga usata dal presidente di Ataf per rilasciare dichiarazioni alla stampa, non è un comportamento consono, che deploro e censuro. Chiedo in futuro il massimo rispetto”.
Poi sono iniziati i lavori. La prima a parlare è stata Ornella De Zordo: “il Consiglio avrebbe oggi potuto dare indirizzi e formulare proposte, quale è il suo ruolo istituzionale. Così non si potrà fare e ancora una volta ci ritroveremo a dover ascoltare le decisioni prese dal primo cittadino senza che il Consiglio abbia potuto esprimere in tempi utili una propria posizione. Crediamo che il ruolo stesso del Consiglio, già gravemente compromesso dalla legislatura vigente che lo ha svuotato di molte funzioni, venga ulteriormente espropriato delle poche rimaste”. Subito dopo è la volta del capogruppo Pdl Giovanni Galli che avanza una mozione per sospendere i lavori vista la mancata discussione su Ataf; l’aula la boccia. A questo punto i dipendenti Ataf si sono alzati, e se ne sono andati scuri in volto, non prima di urlare tutta la loro rabbia: “vergognatevi”, “buffoni”, “invece che gli autobus, vendete le vostre macchine”.
“E’ una cosa vergognosa – ha dichiarato il coordinatore della Rsu Alessandro Nannini all’uscita del Salone dei Duecento – che all’interno del Consiglio comunale, dopo che da giorni si doveva parlare di Ataf, nel giorno dello sciopero che anche oggi ha raggiunto il 98% di adesioni, il sindaco prenda la palla al balzo e non si presenti. A questo punto è chiaro che hanno paura a parlare perché ancora non sanno bene quale sarà il futuro e non sanno come fare per andare contro i dipendenti ed i cittadini”. Per il segretario regionale del Faisa – Cisal, Amerigo Leoni, rimangono forti perplessità sull’operazione privatizzazione gomma: “lo ripeto da tempo, questa scelta determinerà minore servizio per l’utenza, maggiori sacrifici per i dipendenti e per il cittadino il preoccupante aumento del biglietto”. Lo stesso Leoni denuncia una forte preoccupazione occupazionale: “questo è il motivo del perché lo sciopero ha avuto un’adesione così alta, immaginate cosa significhi il 30% di esuberi, 480 dipendenti da quanto si è potuto capire dal documento dell’advisor”. Sulla stessa linea Massimo Milli, della Filt Cgil e vice coordinatore della Rsu: “ancora non abbiamo letto ufficialmente il documento dell’advisor, e questo di per sé è gravissimo, ma per fortuna il naso ce lo abbiamo messo. Sappiamo che si parla di 800 dipendenti che passeranno alla società Ataf Gestioni, e di 21 in Ataf Reti; e gli oltre 490 dipendenti non contemplati che fine faranno? Noi vogliamo un percorso serio, un progetto rigoroso, dove venga posto l’accento su garanzie occupazionali e di servizio per l’utenza”.

A rispondere all’allarme dei sindacati è stato lo stesso Bonaccorsi, durante l’incontro con la stampa che poi avrebbe fatto adirare Giani. Per il presidente dell’azienda dei trasporti “si continua ad usare la tattica di spaventare i dipendenti con la storia dei posti di lavoro a rischio. Si tratta di preoccupazioni inutili. Facciamo 3 milioni di km in meno da inizio anno eppure non abbiamo perso un posto di lavoro ed anzi abbiamo regolarizzato 47 precari, ragazzi giovani che si sono meritati il contratto a tempo indeterminato. La lotta al precariato la facciamo con i fatti. Nel piano dell’adivisor non è previsto nessun esubero”.  
Per questa mattina è previsto un ulteriore incontro tra i sindaci soci, i vertici aziendali con la novità, questa volta, della presenza dei sindacati al tavolo della trattativa. Il clima è comunque teso, non è chiaro se dalla tavola rotonda di oggi le parti usciranno con una piattaforma programmatica per il futuro. Le scintille di ieri dimostrano tutti i timori del caso, ed il fronte dei comuni è meno coeso di qualche settimana fa. La strada è certo segnata, ma i dubbi rimangono, soprattutto in seno al Pd cittadino e metropolitano. Lo dimostra anche la richiesta di incontro che i capigruppo della maggioranza di Palazzo Vecchio (PD, Idv, e Sel) hanno inoltrato alla Rsu Ataf per martedi 26 luglio. Le vicende romane, le firme contro la privatizzazione di Alemanno e l’esito del referendum, stanno determinando qualche ambiguità che qualcuno comincia a digerire male.
 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Palazzo Vecchio rimanda il caso Ataf, scintille in Consiglio Comunale

FirenzeToday è in caricamento