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Sanità, addio referendum. Il centrodestra: "55mila firme nel cestino"

Il Collegio di garanzia annullerà la consultazione. Il Pd replica: "La riforma c'è già e funziona"

Ancora non c’è l’ufficialità ma è già polemica sul tramonto del referendum sulla sanità. A gridare allo scandalo erano stati ieri i rappresentanti del comitato promotore, annunciando l’imminente sigillo del Collegio di garanzia sull’impossibilità di svolgere il referendum sulla riforma, alla luce delle modifiche alla legge sottoposta a quesito: "Il popolo in Toscana non conta più nulla - hanno duramente attaccato - conta solo la sopravvivenza di una casta sempre più padrona”. I promotori del quesito puntano il dito contro il via libera prima di Natale della nuova riforma sanitaria, arrivato dopo una vera e propria maratona in Consiglio regionale con l’ostruzionismo delle opposizioni. 

Oggi è arrivato l’attacco del centrodestra: "Come da noi denunciato fin da subito la maggioranza ha portato a compimento l'omicidio del diritto referendario attraverso la vergognosa approvazione della pseudoriforma”, con i capigruppo di Lega Nord Manuel Vescovi, Forza Italia Stefano Mugnai e Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli che accusano il Pd di aver "cambiato le regole del gioco a partita in corso” e “barato". Così adesso, prosegue il centrodestra, "55.000 firme vengono gettate nel cestino, e sono 55.000 schiaffi che giunta e Pd danno ai toscani e alla democrazia". “Per evitare un referendum - aggiungono  - si è fatta una pseudo riforma che sta mettendo in ginocchio la sanità. Ma a loro non importa nulla: pur di stare attaccati alle loro poltrone non hanno remore rispetto a nulla e nessuno”.

Secca la replica del presidente della commissione sanità Stefano Scaramelli (Pd): “L’accusa di aver barato la rispediamo volentieri ai mittenti, a coloro che hanno abbracciato una battaglia referendaria condotta in maniera surrettizia, chiedendo firme contro la privatizzazione della sanità toscana e la chiusura degli ospedali. I fatti hanno dimostrato che si trattava di bugie, che al contrario, approvando la riforma, abbiamo accresciuto il carattere pubblico del servizio sanitario, implementando i servizi e i punti di cura, anziché chiudere strutture. La “volontà popolare” non è costituita da 55mila cittadini, ma da chi ha chiesto e ricevuto mandato, vincendo le elezioni, ad operare nella direzione della riforma”. Per Scaramelli “la riforma c’è, funziona già e sarà completata presto. A giudicare la bontà del nostro agire non sarà la politica populista del gridare, ma saranno i cittadini toscani nel momento in cui avremo migliorato loro la qualità della vita, delle cure e avremo migliorato i servizi”.

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