Rossi contro il 'Fertility Day': "Un insulto, governo chieda scusa"
Il presidente della Toscana: "Ritirare la campagna, la genitorialità si difende con i servizi, non con campagne bigotte copiate dal fascismo"
"Un insulto a milioni di italiani. Mi auguro che il Governo ritiri la campagna e chieda scusa. Un Governo di centrosinistra sostiene la genitorialità con i servizi, un ministro di destra fa campagne bigotte che sembrano copiate dalla propaganda del Ventennio".
Non usa mezza termini Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, per criticare la campagna del ministro della salute Beatrice Lorenzin, che ha lanciato per il prossimo 22 settembre il "fertility day", il giorno della fertilità.
"Poter rientrare al lavoro dopo una maternità, impedire le discriminazioni alle donne che lavorano solo perché hanno o potrebbero avere figli, supportare qualsiasi forma di genitorialità, anche se non nasce dal concepimento di coppia, rispettare e sostenere le famiglie che non hanno figli. Nulla di tutto questo emerge nella campagna sul #fertilityday voluta dal Ministro Lorenzin che rappresenta un insulto a milioni di italiani. Mi auguro che il Governo ritiri la campagna e chieda scusa. Un Governo di centrosinistra sostiene la genitorialità con i servizi, un Ministro di destra fa campagne bigotte che sembrano copiate dalla propaganda del Ventennio", è l'intero commento di Rossi postato si Facebook poche ore fa, corredato da una foto risalente al regime fascista che richiama "la giornata della madre e del fanciullo".
"In Italia lavora solo il 57% delle donne tra i 25 e i 54 anni e la media è di 1,3 figli per coppia - prosegue Rossi in un commento -. In Svezia le donne che lavorano sono l’83% e la media-figli sale a 1,9. Il motivo è piuttosto semplice: il lavoro della donna porta alla coppia uno stipendio in più. E se lavori e decidi di fare un figlio è perché hai un sistema di welfare che ti permette di conciliare i tempi della famiglia con quelli della professione".
