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Il fronte del No alla pista parallela chiede formalmente una nuova Vis

Ieri l'invio di una lettera al presidente della Regione Enrico Rossi. La partita si potrebbe giocare sui sulla salute e sui tempi

“Gentile presidente”, così inizia la lettera che ieri i presidenti delle Province di Firenze e Prato, 4 sindaci della Piana e 3 pratesi hanno inviato al presidente della regione Enrico Rossi in cui chiedono formalmente l’apertura di una nuova Vis (Valutazione di impatto sanitario) prima di prendere ogni decisione sul futuro dell’aeroporto di Peretola. Un’ipotesi più volte ventilata, fin dalla formazione del "fronte del no" alla pista parallela. Qualcuno ad inizio anno la definì una minaccia, una specie di tentativo per allungare il brodo, il classico bastone tra le ruote della bicicletta. C’è chi poi l’ha disfinita ostruzione costruttiva; i sindaci e le provincie, tuttavia, si sono sempre difesi sostenendo che la salute dei cittadini e dell’ambiente di quello specifico territorio non poteva prescindere da approfondimenti sanitari, a fronte di uno scenario infrastrutturale all’orizzonte altamente impattante.

In questi mesi di tira e molla, tra le valutazioni dei pochi che appoggiano l’allungamento dell’attuale pista del Vespucci, tra chi è fortemente convinto della bontà dell’orientamento parallelo, e tra coloro che preferirebbero che quello spazio fosse destinato al Parco Agricolo della Piana, trasformando l’area in una piazza verde tra sei città e puntando su Pisa come unico hub toscano, la parola Vis è tornata fuori con cadenze mensili. Spesso la parola Vis è stata accompagnata dalla Vas, rilanciata più volte dall’assessore regionale all’urbanistica, Anna Marson, che in più occasioni ha invitato ad approfondire gli elementi emersi nella Valutazione ambientale strategica che sta accompagnando l’iter di adozione ed approvazione della variante al PIT. Una strada più veloce verso la redazione di un documento sanitario, qualcosa che non dilaterebbe troppo i tempi. Ma l’apertura alla Vis è venuta dallo stesso Rossi quando ai primi di Giugno aveva dichiarato “se ci viene chiesta non abbiamo nessuna contrarietà a farla”. Uno sbocco improvviso ma a condizioni precise, tra tutte la tempistica certa. Sì alla Vis ma senza che questa imbavagli il processo decisionale in corso, l’iter che porterà all’approvazione della variante del PIT, che il governatore vorrebbe portare a compimento entro l’anno.

Ma sulla partita dei tempi la vicenda si potrebbe fare complicata, fino a dilatare e di molto le aspettative di massima. Il sindaco di Campi Adriano Chini, uno dei massimi esponenti del "fronte del no", ha sempre paventato che “questo braccio di ferro istituzionale condurrà alla paralisi decisionale non solo per quel che riguarda l’aeroporto, ma anche l’inceneritore di Case Passerini e il parco della Piana”. Difficile dargli torto: l’ultima Vis, redatta in previsione della costruzione del termovalorizzatore, durò tutto un biennio, dal 2003-2005; questi i tempi scientifici che sono stati necessari a quella determinata analisi. Nella lettera di ieri i tempi possono aspettare, la salute non può svincolarsi dalle scelte: “riteniamo che la Vis – scrivono i nove amministratori - debba fungere da riferimento per i decisori coinvolti a tutti i livelli, e allo stesso tempo, da stimolo a considerare e a tenere nel debito conto ogni effetto sulla salute che le loro determinazioni possono avere”. In pratica sindaci e presidenti di provincia chiedono che le conclusioni dello studio dovranno essere elemento vincolante alle scelte, lo caricano di peso politico, e non mera materia di riflessione buona per qualche convegno scientifico. Alla base di questa scelta c’è uno stato di fatto imprescindibile: la precedente Vis diede il via libera all’inceneritore, ma chi la redasse dichiarò al contempo la zona dopo tale innesto, “area satura”, affermando quindi la necessità di non costruire in seguito nuovi elementi impattanti, senza cioè aggiungere alcun carico ambientale ulteriore.
Così, i sindaci, tirano dritto e fissano tre punti cardini di quella che dovrà essere l’azione scientifica. Il primo, l’individuazione dell’area impattata, “lo scopo è duplice – viene affermato nello scritto -: individuare eventuali aree protette o sensibili ai cambiamenti ambientali che possono derivare dall'intervento;- definire il numero di persone e le categorie della popolazione coinvolta (sia popolazione residente che popolazione di lavoratori) dall’impatto dell’intervento. Secondo, lo studio sugli effetti sanitari veri e propri, attraverso lo studio dei dati ospedalieri e quello dei decessi della popolazione. La terza riguarda lo studio su rumori e vibrazioni sia sui residenti che sui lavoratori. La lettera si conclude con un’ultima richiesta procedurale, cioè che l’analisi sia condotta da un ente sanitario non toscano, terzo, da ricercare al di fuori dei nostri confini.

 

Di seguito il testo integrale della lettera inviata al Presidente della Regione Enrico Rossi da Il Presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci, il Presidente della Provincia di Prato, Lamberto Nazzareno Gestri, il Sindaco del Comune di Campi Bisenzio Adriano Chini, il Sindaco del Comune di Calenzano Alessio Biagioli, il Sindaco del Comune di Carmignano Doriano Cirri, il Vice Sindaco del Comune di Poggio a Caiano Antonio Marra, il Sindaco del Comune di Prato Roberto Cenni, il Sindaco del Comune di Sesto Fiorentino Gianni Gianassi, il Sindaco del Comune di Signa Alberto Cristianini.

Gentile Presidente,
una delle funzioni che come Amministratori svolgiamo è quella di autorità sanitaria locale in funzione della tutela della salute dei nostri cittadini. La salute è spesso percepita semplicemente come assenza di malattie o di disagio; l’Organizzazione Mondiale della Sanità tuttavia, la definisce come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale” e non la pura assenza di infermità. Questa definizione suggerisce che la salute, nel senso più generale, sia un concetto positivo al quale contribuiscono a vari livelli e in diversa misura i governi, le comunità, le imprese e gli individui. Nel determinare lo stato di salute di una popolazione dunque, concorrono a vario titolo l’ambiente, il lavoro, l’educazione, il sistema dei trasporti, condizione e localizzazione delle abitazioni,̀ e così via.
Non a caso questi fattori vengono spesso identificati come “determinanti” dello stato di salute. Nel 1999 il Congresso di Göteborg ha redatto quella che può essere adottata come definizione ufficiale di stima dell'impatto sanitario: una combinazione di procedure, metodi e strumenti tramite i quali una politica, un programma o un progetto possono essere giudicati sotto il profilo dei loro potenziali effetti sulla salute della popolazione e della loro distribuzione nell’ambito della stessa popolazione.Con la presente siamo pertanto a richiedere, per i territori che abbiamo il privilegio di amministrare, una valutazione di impatto sanitario (VIS) relativo all’ipotesi di potenziamento dello scalo aeroportuale A. Vespucci. Riteniamo che la VIS debba fungere da riferimento per i decisori coinvolti a tutti i livelli, e allo stesso tempo, da stimolo a considerare e a tenere nel debito conto ogni effetto sulla salute che le loro determinazioni possono avere. Specificatamente, la VIS che siamo a richiedere deve fornire informazioni che consentano a chi deve pianificare questi interventi di adottare tutte quelle misure che tendano ad incrementare gli effetti positivi di un progetto o programma e nello stesso tempo di ridurre o eliminare gli impatti negativi associati. Se si accetta questo assunto si suppone implicitamente che la VIS debba essere elaborata prima che l’intervento venga implementato. Quella che andiamo a chiedere Gentile Presidente è quindi una “VIS prospettica” nel quadrante della piana fiorentina e nel quadrante pratese che fa riferimento al territorio della piana: una VIS non è un processo univoco e perfettamente codificato ma va adattato al singolo contesto nel quale viene applicato e in modo particolare andrà fatto in questo caso vista la complessità dell’area in oggetto.E’ necessario prima di tutto individuare l’’estensione dell'area interessata dai possibili impatti. Lo scopo è duplice: - individuare eventuali aree protette o sensibili ai cambiamenti ambientali che possono derivare dall'intervento;- definire il numero di persone e le categorie della popolazione coinvolta (sia popolazione residente che popolazione di lavoratori) dall’impatto dell’intervento. Individuare l’area geografica è di estrema importanza anche per la scelta di alcuni strumenti di indagine che verranno utilizzati nella successiva fase di stima e la stessa scelta del modello sarà fatta in base all’estensione dell'area (scala locale o mesoscala). Riteniamo inoltre che vengano analizzati e raccolti in primo luogo dati sia relativi a ospedalizzazione che alla mortalità della popolazione in modo da poter stimare gli effetti effetto non solo a lungo termine ma sopratutto a breve termine. L’utilizzo dei risultati di serie storiche epidemiologiche per la valutazione di impatto sanitario dell’inquinamento atmosferico è estremamente controversa (WHO, 2000; Kunzli et. Al, 2000): si verifica infatti frequentemente una sottostima dell’impatto, sia in termini di numero di casi attribuibili, sia in termini di anni di vita persi. Quindi è necessario interpretare in modo corretto i risultati della valutazione di impatto basata sulle stime di effetto non solo a lungo termine ma sopratutto a breve termine. Oltre a ciò chiediamo che vengano presi in esami anche gli effetti del rumore e delle vibrazioni sulla popolazione esposta (sia residenti che lavoratori) in termini di impatto sulla salute e sui processi di apprendimento della popolazione in età scolare. Chiediamo inoltre che oltre alle agenzie regionali sia inserita nella redazione della VIS un istituto terzo extra-regionale, capofila a livello nazionale in campo epidemiologico da individuare di concerto con i Sindaci e i Presidenti delle Province e dei territori interessati.

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