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Renzi non è più segretario del Pd: “Da senatore una legge per le botteghe storiche”

L'ormai ex leader dei dem non si presenta alla direzione nazionale del partito a Roma: “Ma non mollo”

Matteo Renzi non si è presentato oggi alla direzione nazionale del Pd, convocata a Roma. E' stata la prima assise guidata dall'ex vice segretario, il 39enne, e ora reggente del partito, Maurizio Martina, che traghetterà il partito fino all'assemblea di aprile.

“Farò il senatore 'semplice', di Firenze, Scandicci, Signa, Lastra a Signa e Impruneta”, ripete negli ultimi giorni l'ormai ex segretario, citando i territori compresi dal collegio nel quale è stato eletto, con il 43,9% dei consensi.

Nella enews inviata oggi però, rispondendo ad una lettera ricevuta da un malato di Sla, ribadisce: “Non mollo. Mi dimetto da segretario del Pd come è giusto fare dopo una sconfitta. Ma non molliamo, non lasceremo mai il futuro agli altri”.

L'ex presidente del consiglio smentisce anche, con un'intervista al Corriere della Sera, la volontà di fondare un partito suo: “Ce ne sono anche troppi, resto tra la mia gente, nel Pd”. E annuncia, nella enews, il primo impegno da senatore: “Una proposta di legge sui temi delle botteghe, dell'artigianato, dei piccoli negozi di vicinato. Nei prossimi giorni riunirò le associazioni di categoria fiorentine per farmi aiutare a valorizzare i punti più importanti, dalla burocrazia alla sicurezza, dalle tasse alla gestione del web”.

Dimissioni di fatto ratificate dunque. Mentre a Roma, con Renzi assente, Martina parla così: “Guiderò il partito in modo collegiale”, una frase che sembra già marcare le distanze col predecessore. Sia Renzi che Martina però concordano sul no ad un'alleanza con Lega né tantomeno con il Movimento 5 Stelle, come invece chiesto da diversi esponenti del partito: “Hanno vinto loro, governino loro se riescono”.

Alla direzione del Pd era presente il sindaco di Firenze Dario Nardella, che per essere a Roma non ha presenziato il consiglio comunale di oggi, 'ripreso' per questo su Facebook dal consigliere Tommaso Grassi (Frs): “All'assemblea del Pd non c'era il segretario Renzi a discutere le sue dimissioni, ma in prima fila c'era Dario Nardella, invece di essere in consiglio comunale a parlare della città che amministra. Siamo al paradosso, non è che adesso in consiglio comunale spunta Renzi e si siede al posto del sindaco?”. E chissà che in futuro non gli salti in mente, del resto quello di sindaco lo definiva sempre "il mestiere più bello del mondo".

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