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Renzi: "Mai con i 5 Stelle"

Aveva dichiarato che sarebbe rimasto in silenzio per due anni ma ieri sera ha detto la sua al programma di Rai1 "Che tempo che fa"

"Siamo seri, chi ha perso le elezioni non può andare al governo. Il Pd ha perso, io mi sono dimesso: non possiamo pensare che i giochetti dei caminetti romani valgano di più della scelta degli italiani" ha detto ieri sera Matteo Renzi alla trasmissione "Che tempo che fa" su Rai1.

"Chi ha vinto, deve assumersi la responsabilità e governare", ha detto l'ex sindaco di Firenze, che non esclude un incontro con il leader del Movimento 5 stelle, ma dice un categorico 'no' al sostegno all'esecutivo: "Un incontro con Di Maio sì, la fiducia a un governo M5s no".

All'indomani della sonora sconfitta del Pd alle elezioni politiche del 4 marzo, dimettendosi dalla guida dei dem Renzi aveva dichiarato che avrebbe fatto il "semplice senatore" e che "sarebbe stato zitto per due anni". L'intervista di ieri sera a Fabio Fazio ha rotto il silenzio dell'ex presidente del consiglio che per la prima volta ha assunto una posizione precisa sulla formazione dell'esecutivo. Si era capito come la pensasse visto che la settimana scorsa il segretario cittadino dei democratici Massimiliano Piccioli (molto vicino al politico di Rignano sull'Arno) aveva dichiarato che sarebbe uscito dal partito nel caso in cui avesse costituito un'alleanza di governo con i grillini.

Renzi non esclude un confronto su legge elettorale e riforma costituzionale. "O M5s e Lega fanno il governo o scriviamo le regole insieme: legge elettorale e una riforma costituzionale per fare iniziare davvero la terza Repubblica perché con due Camere il ballottaggio non è possibile - ha detto ancora Renzi -. M5s e Lega scrivetele voi le regole: noi da subito vi diciamo che a meno che non propongano la dittatura, siamo pronti a sederci e dire che va bene". "Un anno, due anni, un anno e mezzo. Con quale governo? Deciderà il presidente della Repubblica quale la forma migliore".

"Se si torna a votare non so se prendono più voti di prima - ha aggiunto l'ex segretario del Pd - Se si dovesse tornare a votare sarebbe un gigantesco schiaffo ai cittadini perché quelli che hanno detto 'abbiamo vinto' non sono stati in grado di non fare niente. Perché c'è uno che ha detto 'o faccio il premier io o niente'...".

Il nodo sarà sciolto giovedì prossimo nella direzione nazionale dei democratici

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