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Renzi: "Il sindaco lo rifaccio io, contro di me ci sono due mezzi candidati"

Dal Forte Belvedere il sindaco ha tracciato la road map della prossima candidatura. E ha attaccato i due rivali del Pd, Barducci e Fantoni, che non hanno mancato di replicare con durezza

Sabato a Bari dove ha lanciato la sua candidatura alla segreteria del Pd (senza farsi mancare la polemica su amnistia e indulto). Ieri nella ‘sua’ Firenze prima a cimentarsi nei 14 chilometri di Corri la Vita; poi in Palazzo Vecchio in collegamento con Mezz’Ora di Lucia Annunziata; ed infine al Forte Belvedere dove ha colloquiato con il direttore del Corriere Fiorentino, Paolo Ermini. Non c’è che dire, Matteo Renzi ha schiacciato deciso il pedale dell’acceleratore.

Tanti i temi nazionali in ballo: il partito leggero, il “gigantesco autogol” su indulto e amnistia, la rottamazione contro l’establishment (“fanno bene ad aver paura, siamo stati fin troppo gentili”), il partito dei sindaci, il carro - del vincitore - su cui non si sale ma “va spinto”. Poi la scuola, la legge elettorale, la fine della stagione delle correnti, il Pd, il suo, come motore di quella inversione di marcia dell’Italia (non a caso “cambia verso” è lo slogan della campagna). Il tutto al netto delle polemiche. Sì perché soprattutto sulla questione carceri e sul messaggio di Napolitano la faccenda si è arroventata. Con Letta a difendere il Colle, i ministri Zanonato e Bonino a testa bassa contro il sindaco. Storia di ieri e di oggi. Storia di domani.

Tra le pieghe del dibattito, tuttavia, c’è stato spazio anche per Firenze. Ed anche qui Renzi non le ha mandate a dire. Partendo da un assunto. Oramai noto: Renzi dopo la corsa per la segreteria dei dem proverà a fare il bis a Firenze. Si ri-candida. Si sapeva, l’ha voluto riconfermare ieri dal giardino del Forte: “Il sindaco lo faccio io di nuovo" sempre che "i fiorentini lo vorranno”. E ancora: “Non vedo contraddizioni; questo purché il partito non sia un esercizio burocratico di dipartimenti, ma sia fra la gente. Il Pd è di chi vota non di chi pensa di esserne dirigente”.

E da candidato a sindaco ha accennato ad alcune delle sfide del Renzi bis, come ha riportato il Corriere Fiorentino:

“Apriremo la piazza del nuovo teatro dell’Opera, ampia due volte piazza della Repubblica, il prossimo 21 marzo: sarà la piazza più grande di Firenze” ribadisce Renzi. Nel Nuovo Teatro arriverà la fondazione della cultura (che gestirà altre fondazioni e anche l’ex Tribunale), gli uffici della direzione cultura, e la struttura sarà aperta “dalla mattina alla sera, con spettacoli per turisti, convegni, iniziative”. Il Maggio? “Abbiamo tre anni per rilanciarlo”. E annuncia che “con questo governo o il prossimo” ripartirà la caccia “alla battaglia di Anghiari”.

Un paio di battute sui tre candidati renziani (Saccardi, Nardella, Giani, fino alla scorsa settimana in pole per la guida di Palazzo Vecchio se Renzi avesse optato per il passo indietro – “Il terzetto dei candidati era pronto, ma io li ho fregati”), durissimo contro chi da dentro il Pd è pronto a sfidarlo: l’attuale presidente della Provincia, Andrea Barducci, e l’ex assessore al bilancio, Claudio Fantoni.

IL PADRE DI RENZI, TIZIANO, SI CANDIDA ALLA SEGRETERIA PD DI RIGNANO

RENZI - “Contro di me – ha detto Renzi – ci sono due mezzi candidati”. Con ordine, partendo da Fantoni: “Un assessore al bilancio che scappa dalla proprie responsabilità e dai conti del Comune aperti. Non mi ha neanche più risposto al telefono, volevo solo domandargli perché l’aveva fatto”. Poi il fuoco si è spostato su Barducci: “Ci dica cosa ha fatto in questo anni. Dice di aver cambiato la politica di bilancio della Provincia. Peccato lo abbia fatto con lo stesso assessore che avevo nella mia giunta. E lui ha pure aumentato le tasse, che noi avevamo portato al minimo”.

FANTONI - Renzi spara cannonate dal Forte, in serata e in mattinata sono arrivate le risposte. Da Facebook quella di Fantoni: “Leggo le dichiarazioni rese da Matteo Renzi, mentre al teatro comunale si eseguiva la Passione secondo Matteo (curiosa concomitanza), a proposito delle mie dimissioni da assessore al bilancio. Rilevo solo che invece di argomentare si cerca la rissa. Una tecnica che, oltre che disdicevole, reputo irresponsabile”.  

BARDUCCI REPLICA A RENZI: "STA PEGGIO DI ME"

BARDUCCI - In mattinata si è fatto sentire anche Barducci: “Mi pare una caduta di stile che si commenta da sé. E comunque se io sono mezzo candidato lui si divide in tre. Perché pensa alla candidatura a sindaco di Firenze, quella del Pd, e successivamente alla premiership. Penso che stia peggio di me”.

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