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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Primarie Pd, Bersani: "La data a settembre". Per Renzi: "Un peccato"

Il segretario del Pd ha già annunciato che non si esprimerà sulla data. Renzi: "Peccato, prima era meglio: uno poteva fare una bella campagna elettorale d'estate"

Renzi-Bersani, Bersani Renzi. Come da tradizione, verrebbe da dire. In estate, infatti, i tormentoni sono un classico della musica dance, ed è noto quanto agli italiani siano tradizionalisti. Si balla, insomma, nelle spiagge, nei locali ma anche nelle stanze nella politica. E in effetti, a vederla da lontano, i due che andranno a giocarsi la leadership del Pd, pare proprio stiano cominciando a ‘ballare’. Per adesso sono a bordo pista, uno di fronte all’altro, opposti, ognuno in compagnia dei suoi fidatissimi, pronto a scatenarsi quando la musica si farà più forte e la ‘notte’ prenderà vita. Così per adesso si punzecchiano a distanza, con toni bassissimi, dandosi al massimo del “galantuomo”. Che sia la quiete prima della tempesta? Vedremo. E’ come se il centro sinistra fosse in attesa del Dj l’unico in grado di dare dimensione e forma alla serata. Un cd unico, le primarie; due tracce, la data ma soprattutto le regole.

RENZI – I principi delle primarie definiranno lo scontro ed i partecipanti. Renzi vorrebbe esserci, freme per poter lanciare il guanto di sfida. Ma ancora non lo può fare. Perché? Ha bisogno di una condizione, che in sé è la premessa della candidatura e semmai la strada per condurlo a palazzo Chigi. Così il primo cittadino fiorentino anche questa mattina, ospite della trasmissione ‘24 Mattino’ su Radio 24, ha ribadito che parteciperà alle primarie “a condizione che siano libere, aperte e democratiche” e che quindi non ci siano “giochini per non far partecipare alcune persone”. Tradotto, i giochini, secondo il sindaco di Firenze, hanno un nome ed un cognome: registro o albo elettorale. In pratica il voto chiuso agli iscritti o ai simpatizzanti del Pd.

DATA – La partita sulle regole quindi è fondamentale. Ma anche sulla vicenda della data c’è da fare due conti. Si perché anche la questione della campagna elettorale poggia molto sul tempo, quello necessario per girare l’Italia. Meno tempo, meno chance di sopravanzare l’avversario? Parrebbe di sì, almeno secondo il Renzi pensiero. Sa già infatti che Bersani, in occasione dell’assemblea del Pd del prossimo 14 luglio formalizzerà le primarie ma non annuncerà una data. Il segretario, ha sottolineato Renzi, “ha già detto che non lo farà: credo che la data sarà decisa a settembre. Peccato, se la diceva prima era meglio: uno poteva fare una bella campagna elettorale d’estate. La cosa, comunque, non toglie il sonno agli italiani”.

LUSI – Nel corso della trasmissione, poi, Renzi è tornato a parlare anche dell’ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi. “Per la mia campagna elettorale – ha detto – non un centesimo è arrivato dalla Margherita e da Lusi. Quei soldi, legittimi, provenienti dal finanziamento pubblico, noi li avevamo chiesti sia al Pd che alla Margherita che ai Ds. Volevamo un contributo e non ce l'hanno dato, ma se ce l'avessero dati li avremmo presi volentieri, anzi mi avrebbero fatto comodo visto che abbiamo dovuto fare un mutuo. Lusi – ha concluso – si è comprato la 'casetta' in Canada, come nella canzoncina, si è fatto investimenti suoi. Io ho incontrato Lusi una volta nel suo studio e mi ha spiegato che quella fattura che gli chiedevamo di pagare non poteva pagarla. Bene, amici come prima”.
 

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