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Amministrative, bufera in Regione: Pd e Rossi ai ferri corti

Accuse e minacce incrociate. Verso la mozione di sfiducia, il centrodestra: "La presentiamo noi"

Il risultato delle amministrative, dopo i ballottaggi di ieri in cui il Pd in Toscana ha perso Pistoia e Carrara, deve aver fatto male. A tal punto che sono volate parole grosse fra il capogruppo in Consiglio regionale della Toscana Leonardo Marras e il governatore Enrico Rossi, recentemente fuoriuscito dai Dem per fondare la nuova formazione Mdp.

La temperatura dello scontro è iniziata a salire per il commento di Rossi, che ha addossato su Matteo Renzi la responsabilità della sconfitta: "Una sconfitta grave e diffusa. Il voto è locale, ma la responsabilità nazionale: è tutta sulle spalle del partito renziano", aveva sottolineato senza mezzi termini sui social il governatore".

Un post che evidentemente ha irritato il capogruppo Pd in Regione: "Il nostro presidente Rossi, eletto nel Pd e oggi itinerante dirigente politico di un altro partito, ha ancora voglia di lavorare insieme a noi e rimettere in carreggiata la macchina della Toscana? - ha risposto su Facebook Marras -. Altrimenti è bene dirselo subito e prendere altre strade". Parole dure che però non placano l'impeto di Rossi: "Nessuno potrà farmi tacere, impedire che io esprima liberamente le mie opinioni politiche - controreplica -. Se il Pd in Toscana vuole farmi tacere con minacce indirette, sappia che accetto la sfida a viso aperto. Sfido il Pd a presentare una mozione di sfiducia in Consiglio regionale nei miei confronti. Darò subito le dimissioni e la Toscana andrà al voto".

Dal centrodestra, sull'onda dell'euforia delle vittorie elettorali, non si sono fatti sfuggire l'assist: "Mozione di sfiducia? Li togliamo dall'imbarazzo e la presentiamo noi", sottolineano in una nota i capigruppo in Consiglio regionale della Toscana di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli, di Forza Italia Stefano Mugnai e della Lega Nord Manuel Vescovi. "Se veramente c'è l'intenzione di restituire la parola agli elettori - concludono - con noi sfondano una porta aperta: siamo pronti al voto in qualsiasi momento". Insomma anche la Regione vacilla e ad essere anticipato potrebbe essere proprio il voto regionale. 

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