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Il referendum tocca i trasporti, RSU Ataf ai sindaci: "Adesso fermatevi"

I delegati sindacali dell'azienda in una nota fanno sapere che dopo il risultato del referendum è arrivato il momento per i comuni soci di abbandonare il progetto di privatizzazione. I sindacati:"Adesso fermatevi"

“Adesso fermatevi”. E’ questo il messaggio inviato direttamente dalla Ataf ai comuni proprietari. Se fino ad oggi la parola d’ordine dei sindacati era “l’Ataf non si vende” alla luce del successo referendario il motore della protesta è entrato in coppia. La cancellazione del fatidico articolo 23 bis del decreto legge 112/2008 e dell’articolo 15 del Dl 135/2009 non ha infatti determinato solo il destino dell’acqua, ma anche dei trasporti pubblici su gomma e dei rifiuti.

  “Adesso fermatevi”  

In questo contesto il caso Ataf assomiglia tanto ad uno di quei casi da manuale di giurisprudenza. Da una parte il CdA dell’azienda e i soci che stanno cercando di varare un piano aziendale che come fulcro prevede la cessione di parte dei servizi ai privati, oltre allo spacchettamento della società attuale in due enti distinti, gestione servizi e beni immobili; dall’altra il "no" senza se e senza ma dei sindacati all’intera operazione. In mezzo il referendum che va ad inaugurare una nuova frontiera della politica dei servizi. In mezzo si fa per dire: è evidente che dalle gabine referendarie è uscito un assist al bacio per tutti coloro che si battono nel far sì che taluni servizi restino o ritornino pubblici. Il caso Ataf si inserisce perfettamente in questa casistica, i sindacalisti lo sanno bene, per questo sono montati sulla locomotiva di questo treno prima che tutto si sgonfi.
“Il risultato referendario è stato chiaro – affermano nella nota i delegati della Rsu – gli Italiani non vogliono che beni e servizi pubblici ed essenziali, debbano essere gestiti da soggetti privati”. Tutti i comuni proprietari della società, fanno notare i tramvieri, da Firenze a Sesto Fiorentino, hanno avuto delle percentuali di consenso al quesito che si attestano tra il 64,5 % ed il 72%, evidenziando “che non solo i lavoratori dell'azienda sono contrari al progetto di vendita e spacchettamento, ma anche i cittadini dei territori della Provincia di Firenze esprimono tramite l'urna un giudizio negativo”.

“A questo punto – conclude la nota – la RSU chiede ai Sindaci proprietari, di abbandonare il percorso intrapreso, per aprire un confronto con tutte le parti sociali, per dar vita ad un nuovo progetto che tenga conto della volontà popolare. La RSU di ATAF è pronta a discutere  e confrontarsi su ciò in tutte le sedi, ripartendo dal lavoro prodotto con l'accordo del 2006 ( azienda unica della mobilità) e mai completato”.
 

 

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