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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Referendum, il premier Renzi contestato dai risparmiatori beffati / FOTO

Via alla campagna verso ottobre dal teatro Niccolini, dura contestazione dei risparmiatori contro il premier, che dice: "Siamo ad un bivio"

Un bivio, tra "l'Italia che dice sempre no e quella che dice sì e guarda al futuro". Lo ha ripetuto spesso questa mattina il presidente del consiglio Matteo Renzi, dando il via, al Teatro Niccolini di via Ricasoli, alla campagna per il “Sì” al referendum costituzionale in programma ad ottobre.

La mobilitazione del partito per riempire il teatro, missione non facilissima alle 9:30 del mattino, è riuscita. Fuori dal teatro, però, ad attendere Renzi c'erano una trentina di piccoli risparmiatori "truffati", che lo hanno duramente contestato, criticando con forza il salvataggio delle banche. 

I manifestanti, strettamente circondati dalle forze dell'ordine, lo hanno accolto gridando "buffone, buffone" e "Pinocchio" ed esponendo cartelli con scritte come "rimborsi totali o pioggia di azioni legali" e "rimborsi all'80%, ancora una volta una truffa". Renzi li ha guardati un attimo, entrando però subito al Niccolini senza fermarsi. 

LA CONTESTAZIONE A RENZI // VIDEO //+

MALORE - Un'ambulanza ha raggiunto i risparmiatori all'ingresso del teatro per assistere un anziano che, durante la contestazione, si e' sentito male. A circa 100 metri dall'ingresso, dietro l'area transennata, si sono aggiunti alla protesta una decina di attivisti del movimento lotta per la casa con alcuni antagonisti.

"Siamo ad un bivio, tra l'Italia che dice sempre no e sa solo lamentarsi e quella che dice sì e guarda al futuro. E' finito il tempo del vittimismo e della rassegnazione", dice il presidente del consiglio di fronte ai sostenitori, chiamando attivisti e simpatizzanti del Partito democratico ad una mobilitazione totale, "casa per casa, perché questa vittoria la raggiungiamo insieme".

Sono passate solo due settimane dal referendum sulle trivelle in mare, per il quale invece Renzi invitava all'astensione. In ottobre questa volta, oltre all'approvazione della riforma costituzionale, che modifica profondamente la Costituzione e abolisce il Senato elettivo, ci sarà anche il governo, Renzi lo ha detto più volte. "La rottamazione vale anche per noi, se perdo vado a casa".

Renzi, nel suo solito stile, richiama "passione, orgoglio e determinazione", senza rinunciare alle battute quando parla delle divisioni politiche ("c'è anche la sagra dei gufi") e di sindacati: "A Pompei abbiamo messo un nuovo direttore: i sindacati ci hanno subito scritto che lavora troppo".

La platea è fiorentina, e Renzi parla a lungo di Firenze, ricordando la pedonalizzazione del Duomo, "dalla quale è cominciato tutto". Parla anche delle banche: "Con il salvabanche abbiamo salvato i correntisti, dopo anni abbiamo riformato il sistema delle banche popolari e dato maggiori garanzie". Fuori i risparmiatori non la pensano allo stesso modo, e la contestazione continua per tutto il tempo che Renzi resta in teatro, continuando anche sotto la pioggia che nel frattempo inizia a scrosciare.

Il presidente del consiglio parla a tutto campo di tutte le "straordinarie cose fatte: il decreto anticorruzione, il successo dell'Expo, un miliardo investito in cultura". Si parla di Costituzione e in platea c'è anche Silvano Sarti, storico partigiano fiorentino. Quando Renzi lo cita, parte un lungo applauso: tutti in piedi.

Renzi difende strenuamente la riforma della Costituzione, approvata dopo 6 letture parlamentari. "Dopo 30 anni di discussione finalmente ci siamo riusciti. Nemmeno i costituenti volevano il bicameralismo paritario, fu deciso perché mancò un accordo tra le forze politiche".

Le modalità per costituire i Comitati del Sì saranno rese note il 15 Renzi. "Costituiamo 10mila comitati, e parliamo casa per casa della riforma, al lavoro, agli amici. Siamo ad un bivio - ripete Renzi -, per un'Italia che sa dire sì e andare avanti". Lungo applauso dei sostenitori in teatro, dove Renzi si trattiene un altro quarto d'ora. Poi via verso Palazzo Vecchio, per il vertice con il premier giapponese Shinzo Abe.

Renzi contestato al Teatro Niccolini

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