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Scavi Gioconda, la Provincia annuncia querela contro Il Giornale

Barducci all'attaco del quotidiano: "La Provincia non sperpera i soldi per Monna Lisa, ma esegue i lavori di scavo archeologico obbligatori, prescritti dalla Soprintendenza"

Bufera tra la Provincia di Firenze ed Il Giornale. Di mezzo c’è un uomo enorme che da mesi sta segnando la vicende culturali del capoluogo della Toscana, Leonardo. La caccia alla Battaglia di Anghiari nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio da una parte; dall’altra, nell’ex convento di Sant’Orsola la ricerca di quelle che furono le ossa della musa più celebre del genio di Vinci, Monna Lisa. Insomma, una sorta di caccia al tesoro di pezzi consegnati alla storia. Frammenti d’oro che tuttavia fanno discutere e molto. Come nel caso degli studi a Sant’Orsola. Tanto che tra il quotidiano e la Provincia ne è nata una querelle che potrebbe sfociare nelle aule giudiziarie. “La Provincia di Firenze, contrariamente a quanto affermato oggi dal quotidiano Il Giornale, non sperpera 140mila euro per le ossa di Monna Lisa”. A dirlo sono il presidente della Provincia, Andrea Barducci, e l’assessore provinciale all’Edilizia e al Patrimonio, Stefano Giorgetti, preannunciando l’avvio di un’azione giudiziaria a seguito delle gravi affermazioni contenute nell’articolo. “In realtà – spiega l’assessore provinciale – è in corso a Firenze una ‘adeguata campagna di scavi’ che obbligatoriamente doveva essere eseguita dalla Provincia di Firenze prima di avviare ogni altro intervento di recupero dell’immobile di Sant’Orsola, così come prescritto nel 2010 dalla Soprintendenza archeologica”.

“Si tratta quindi – precisano Barducci e Giorgetti – di una fase preliminare al completo ripristino dell’ex convento, oggetto di una proposta di project financing presentata nelle settimane scorse alla Provincia di Firenze. Uno dei primi esempi di recupero e valorizzazione di un contenitore dismesso in grado di riqualificare un intero quartiere. E tutto ciò non sarebbe stato possibile senza aver avviato prima uno scavo archeologico”. Inoltre, precisano da Palazzo Medici Riccardi, non corrisponde assolutamente al vero che, come scritto oggi da Il Giornale, “con questo ulteriore finanziamento la Provincia sottoporrà le mandibole o le tibie a esami istologici, al carbonio 14, fino alla prova del Dna comparato con quello delle salme dei figli di Monna Lisa”. “Tali indagini di tipo scientifico, come più volte spiegato e ribadito dall’amministrazione provinciale – prosegue l’assessore Giorgetti – fanno parte di uno studio condotto in modo autonomo dal Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali, inerente la verifica dell’ipotesi di una possibile sepoltura della Monna Lisa all’interno dell’ex convento di Firenze. Tale studio, portato avanti in autonomia, rispetta comunque il coordinamento dei lavori della Soprintendenza archeologica, la quale ha concesso il nulla osta anche per la seconda fase di scavo che entrerà nel vivo il giorno 29 giugno”.


 

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