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CasaPound protesta contro la gestione dell'acqua affidata ai privati

Stamani blitz di CasaPound Firenze per i "sì" ai due quesiti referendari sull’acqua. Di Giulio: "Si è passati da un utile di poco meno di 50.000 euro nel 2006 ad un utile di oltre 14 milioni di euro nel 2010"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FirenzeToday

casapound-firenze-2_1Unghie nere su una mano che dovrebbe essere quella, curata, di un manager, con tanto di camicia dal polsino inamidato e giacca blu. Questa l’immagine rappresentata sui volantini affissi e distribuiti, questa mattina, davanti all’acquedotto di Firenze per dire ‘no’ alle ‘’mani sporche’’ dei privati sull’acqua.

A lanciare il messaggio è CasaPound Italia, impegnata a favore del sì ai due referendum sull’acqua del 12 e 13 giugno prossimi con una campagna che è solo l’ultimo atto di una battaglia, quella per l’acqua pubblica, che l’associazione porta avanti da anni e che l’ha vista in prima fila sul territorio, con iniziative in tutta Italia: dalle fontane sequestrate in Friuli nel 2010 per dire ‘’le acque sono sociali non capitali’’ alla giornata di mobilitazione regionale a sostegno della gestione pubblica del servizio idrico del novembre scorso a Rieti, dal simbolico tour delle sorgenti naturali in Valdelsa all’ultima iniziativa, quella di Sassari, dove solo pochi giorni fa i militanti di Cpi hanno regalato mille bottigliette d'acqua e distribuito centinaia di volantini per sensibilizzare la popolazione sul referendum. A Firenze CasaPound, questa mattina, ha protestato direttamente davanti all’acquedotto dell’Anconella, in via di Villamagna, distendendo anche lo striscione con la scritta “ACQUA PUBBLICA: SI’”, oltre ai volantini con le “mani sporche”.

Azione protesta CasaPound per acqua pubblica

‘’L’acqua è per definizione un bene pubblico, che, proprio perché appartiene a tutti, deve necessariamente essere sganciato dalle logiche del mercato e del profitto”, sottolinea Saverio Di Giulio, Responsabile di CasaPound Firenze, “e svenderla ai privati non solo non rappresenta una soluzione ai problemi di mala gestione, ma è eticamente sbagliato e dunque inaccettabile.”

“Nel caso di Publiacqua poi”, prosegue Di Giulio, “già adesso la situazione è a dir poco inquietante e paradossale: si è passati da un utile di poco meno di 50.000 euro nel 2006 ad un utile di oltre 14 milioni di euro nel 2010 che non è stato assolutamente utilizzato per diminuire la tariffe. E tale utile è stato prodotto solo tramite aumenti tariffari, aumenti dei depositi cauzionali e tagli alle manutenzioni, come quelle ai tombini della città che hanno causato l’allagamento di domenica scorsa”.
“Per questo”, conclude il responsabile di CPI Firenze, “l’invito di CasaPound Italia è a votare due sì convinti ad entrambi i quesiti sull’acqua pubblica in occasione del referendum di domenica 12 e lunedì 13 giugno’’.

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