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I profughi nordafricani sbarcati a Lampedusa diventano attori

Stasera "CLAN + DESTINO" uno spettacolo teatrale per favorire dialogo e incontro tra migranti e italiani. Ieri il presidente Barducci ha pranzato con i profughi: "La cultura come veicolo di convivenza e rispetto"

Nessuno di loro si aspettava di recitare su un palcoscenico. I profughi nordafricani, sbarcati sulle coste siciliane, non si sarebbero mai immaginati di venire in Italia e diventare protagonisti di uno spettacolo teatrale. Ma Firenze declina l’integrazione e il dialogo attraverso la cultura, lo scambio e il protagonismo di chi fugge dal proprio paese in cerca di una vita migliore. Lo spettacolo, che si terrà stasera alle 21.00 presso la Stazione Leopolda (Ingresso libero), ha un titolo inequivocabile “CLAN + DESTINO”, non una condizione di illegalità ma una riflessione sui destini e gli orizzonti di chi vive l’immigrazione e di chi l’apprende
attraverso i media.

Uno spettacolo teatrale come veicolo di dialogo e di conoscenza fra profughi e italiani: “ho voluto portare la realtà dentro il teatro” spiega Gian Carlo Cauteruccio che ha organizzato e diretto lo spettacolo. Più di 100 profughi interromperanno la commedia che si recita per affermare la loro personalità al pubblico che sarà coinvolto sul palco. Un momento di incontro e di dialogo nella “zona franca del palcoscenico” spiega Cauteruccio.

Profughi tunisini spettacolo Leopolda: "CLAN-DESTINI"


“La cultura – afferma il Presidente della Provincia Andrea Barducci che oggi ha pranzato con i profughi impegnati nello spettacolo – diventa il canale per veicolare
i messaggi di accoglienza e di rispetto”. Valori che hanno contraddistinto la politica della Regione Toscana nei confronti dei profughi nordafricani. “E’ bene che anche le altre Regioni prendano esempio – continua il Presidente Barducci – non solo per gli atti concreti che caratterizzano l’accoglienza in Toscana ma anche per l’atmosfera che si respira in questa Regione e in questa Provincia”.

Fra i partecipanti allo spettacolo c’è Iban, tunisino, è arrivato in Italia due mesi fa. In un italiano stentato dice che non c’è paragone fra Lampedusa, dove è stato
solo 8 giorni, e Firenze. E’ contento di prendere parte allo spettacolo che, a suo parere, “mostrerà un’altra faccia dell’immigrazione, diversa da quella che gli italiani sono abituati a vedere in Tv”.
Una rappresentazione dall’inestimabile valore aggiunto, uno stimolo importante per persone in cerca di futuro. Tanti grazie a questo spettacolo si sono accostati ad un mondo prima di allora sconosciuto e ora “alcuni - spiega Cauteruccio – vogliono diventare tecnici delle luci o del suono”. La speranza è che, oltre allo spettacolo teatrale, si organizzino laboratori per permettere ai nordafricani di acquisire conoscenze spendibili in una professione. “Farò di tutto – promette il regista – per far conoscere a questi ragazzi la bellezza infinita del teatro”.

 

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