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Primarie, il Pd sempre più renziano: tutti i fedelissimi nell'Assemblea

In 60 dalla Toscana si insediano domenica a Roma. C'è anche la fedelissima Marzia Cappelli

Il Partito democratico dopo la diaspora di Rossi, Speranza e gli altri, dopo il mezzo flop di Orlando, diventa sempre più il partito di Renzi. Ancora di più in Toscana dove l'ex premier raggiunge vette inesplorate. I dati ufficiali definitivi dicono che Renzi ha ottenuto nella nostra regione il 79,12%, Orlando il 17, Emiliano il 3,88%. L'incognita più grande semmai è quella della partecipazione, sulla quale gli avversari (anche a sinistra) mettono l'accento.

E l'assemblea del Partito democratico parla sempre più la lingua di RIgnano. Così su 76 toscani eletti all'assemblea, ben 60 saranno i supporter dell’ex premier. Solo 13 gli "orlandiani" (fra cui il Presidente del Quartere 4 Mirko Dormentoni, il sindaco di Campi Emiliano Fossi e la parlamentare Susanna Cenni), appena 3 i sostenitori di Emiliano, tra cui l’ex consigliera comunale Susanna Agostini.

Renzi, dopo anni di militanza e tour a giro per l'Italia, porterà all’assemblea nazionale del Pd che si insedierà domenica la fedelissima ed ex vigilessa Marzia Cappelli (nella foto con il segretario rieletto), alla faccia di chi credeva che dopo la sconfitta al referendum del 4 dicembre, avrebbe cambiato rotta "sprovincializzando" un partito che aveva infarcito di fedelissimi. Dentro anche l’assessore allo sport Andrea Vannucci, la sindaca di Empoli Brenda Barnini, quello di Bagno a Ripoli Francesco Casini. E poi il Presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani e il dirigente regionale Stefano Bruzzesi.

A mettere il dito nella piaga della disaffezione al voto, che ha visto in Toscana un sostanziale dimezzamento dei votanti alle primarie, ci pensa il governatore toscano Enrico Rossi, che ha sottolineato come sia stato un errore "fare così di corsa il congresso, che in realtà era una conta", perché "in questo modo si lascia per strada il 35% degli elettori". Secondo Rossi, però, "bisogna insistere sull'alleanza con il Pd". Renzi non vuol sentir parlare di D'Alema, ma Rossi, che sa che la maggioranza che lo sostiene in Consiglio è quasi monocolore Pd, sa bene che non può spingersi troppo in là.

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