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Il Presidente Barducci su rifiuti, inceneritore, terza corsia, aeroporto e Fortezza

Il Presidente della Provincia critica le dichiarazioni dell’assessore Picchi sull'aumento richiesto per lo scarico dei rifiuti. La posizione ferma pro inceneritore, l’inchiesta sulla Variante di Valico e il caso Fortezza

rifiutiCapitolo rifiuti, il referendum farà da apripista a nuove contestazioni. In Toscana peraltro esistono già otto inceneritori, come li chiama l’Europa, e la scorsa settimana da Pontassieve è partito l’allarme del comitato del no all’inceneritore della Rufina. Gli esperti parlavano dell’impossibilità di filtrare la diossina, di come si trasmetta fino ai feti delle madri, per non parlare degli studi sui venti ed il trasporto delle polveri sottili. A questo punto, potrebbe esserci un cambio di passo della Provincia?
Se così è allora bisogna chiudere le autostrade. Non è che la diossina è buona a seconda da dove provenga; ammesso e non concesso sia così, non si può sostenere che quella degli inceneritori faccia male e quella dell’autostrada la si possa prendere ‘a boccia’. Se il problema è questo, se le signore in gravidanza, piuttosto che i bambini, i vecchi, il sottoscritto, possono contrarre queste problematiche, bisogna chiudere la fonte principale di produzione di diossina ovvero il traffico; bisogna immediatamente fermare le automobili, gli autotreni, alcuni bus. Seguendo la stessa linea andrebbero chiusi anche gli aeroporti, perché gli aerei vanno con il cherosene e non a molla.

Non è una la filosofia del tanto meglio tanto peggio, come dire il sistema industriale esiste facciamocene una ragione?
No, non dico assolutamente questo ma bisogna essere seri. E se vogliamo ragionare seriamente penso si possa realizzare una filiera dello smaltimento dei rifiuti – non vogliamo chiamarli termovalorizzatori, non c’è nessun problema, sono sereno – che preveda anche l’utilizzo degli inceneritori. Da altre parti in Europa ed in Italia sono stati fatti, funzionano mediamente bene; checché ne dica qualcuno, nessuno è propenso ad uscire da questa filiera; la Germania, è il punto di riferimento sullo smaltimento dei rifiuti, ha degli inceneritori che io stesso ho visitato, che funzionano e che non hanno alcuna intenzione di essere dismessi. Credo che con questa tecnologia si possa completare la filiera. Naturalmente dobbiamo investire risorse e puntare molto su tutte le buone pratiche che incidono sulla riduzione dei rifiuti, dalla differenziazione al riciclaggio. La Regione Toscana, nel piano rifiuti, ha posto l’asticella addirittura al 65% della raccolta differenziata. Questa è la vera sfida, ma è chiaro che per alcune quote residuali il completamento della filiera non può non prevedere l’utilizzo dell’incenerimento.

Sempre sui rifiuti, l’assessore all’ambiente della Provincia di Pisa, Valter Picchi, ha mandato un ultimatum alle province di Firenze e Prato. Se vorrete continuare a scaricare la spazzatura nella discarica di Peccioli fino al 2014 dovrete pagare due euro in più alla tonnellata. Picchi è in attesa di una telefonata, quando gliela farete?
Intanto le telefonate si fanno quando siamo pronti per farle, quindi l’assessore se ne stia tranquillo; semmai questo me lo può dire il presidente della Provincia di Pisa, anche perché i presidenti ci sono perché sono stati eletti dal popolo, gli assessori perché qualcuno li ha voluti e il giorno dopo  possono anche non esserci più. Detto questo, c’è un tema: l’ATO della Toscana centrale deve mettersi in condizioni di essere autosufficiente;  questa è la dimostrazione plastica che se noi non facciamo i nostri impianti, saremo sempre ostaggio di qualcuno. Noi ce ne siamo resi conto da un pezzo ed è bene che ne prenda atto prima di tutto la Regione, ma che anche i sindaci facciano la loro parte, altrimenti succederà che prenderanno i loro bilanci e li consegneranno direttamente a chi smaltisce i rifiuti. Vogliamo che questa sia la prospettiva del territorio fiorentino? Io penso di no, per questo dobbiamo fare gli impianti previsti nel piano provinciale, perché la classica situazione della botte piena e la moglie ubriaca non è più possibile.

Quindi questi due euro a tonnellata dovrete pagarli;  è una cifra trattabile?
Anche quello che stava per affogare in una piscina e gli fu dato un rasoio si attaccò ugualmente sapendo che si sarebbe tagliato; scelse di tagliarsi e non di affogare. Dovremmo discutere ovviamente, parlerò con la Provincia di Pisa, anche se due euro mi sembra un cifra molto, molto, esosa.

Variante di Valico e terza corsia, uno dei temi caldi di queste settimane. Come è possibile che in tutti questi anni nessun ente dalla Regione alla Provincia, passando per i comuni, abbiano avuto l’accortezza di controllare cosa stesse succedendo?
Sulle grandi opere i controlli stanno alla Regione; il mio non è un atto di accusa, sia chiaro, ma non voglio neppure sottostare a questa moda tutta italiota del fare di tutta l’erba un fascio. Chi doveva fare le verifiche ci spieghi da chi e come sono state fatte. C’è un problema, è vero, che riguarda la parte pubblica. Vorrei, tuttavia, porre l’accento, senza nulla togliere alle fondamentali responsabilità del pubblico, sul fatto che il paese ha bisogno di imprese responsabili. Sempre se tutto sarà confermato dalla magistratura; ammetto ci sia il bisogno dei controlli, ma allo stesso tempo c’è bisogno che le imprese facciano le imprese e non un associazione a delinquere. Ripeto, c’è un’inchiesta in corso, staremo a vedere i risultati. Trovo inaccettabile comunque che tutto si riversi sulla catena del controllo pubblico e non si dica niente su imprese che, se tutto verrà confermato, hanno tenuto comportamenti fuori o contro la legge.

Aeroporto: lei sta con i disobbedienti, quelli del no alla pista parallela. Il presidente Rossi ha aperto alla Vis, l’assessore Marson, crede più utile la Vas; sembra però che alla fine tutto ruoti sul comandamento “tempi brevi”?
Si vive in un mondo nel quale tutti hanno sempre furia, salvo poi lamentarsi a cose fatte. Ci sono situazioni in cui la fretta è sempre una cattiva consigliera. E’ vero che la questione è aperta da tanti anni, anche se, per quanto mi riguarda, sarebbe chiusa da un bel pezzo. Altri l’hanno voluta tenere aperta per tutti questi anni. Nel merito, apprezzo l’apertura del presidente, credo che le due procedure non si escludano a vicenda e siano entrambe utili. E’ necessario fare tutto quello che è previsto per poter cogliere le parti critiche dell’opera e del proprio contesto. Penso che un’infrastruttura così impattante ed importante avrà molto peso nel territorio. Comunque vada la storia, indipendentemente dall’esito, ritengo che gli approfondimenti sanitari siano elemento di tranquillità per tutti. Quindi credo sia giusto analizzare bene tutte le strade percorribili con gli strumenti del caso, al di là del risultato e del suo utilizzo.

Caso Fortezza: lunedì la presentazione del piano di recupero, dopo ventiquattro ore lo smarcamento del vice presidente della Regione Targetti su investimenti e trasparenza del progetto. Che è successo?
Sulla prima questione, cioè i finanziamenti, io avevo capito in altro modo, ma può darsi che abbia compreso male io, anche se mi pare si sia stati in parecchi a capire male. Ne parleremo, sicuramente troveremo una strada. Il resto francamente, se parliamo di trasparenza, mi stupisce un po’; abbiamo individuato tre professionalità dentro i tre enti di appartenenza e gli è stato chiesto di svolgere una elaborazione funzionale ad una variazione urbanistica, quindi non un progetto, una possibile configurazione. Peraltro la strada scelta è risultata all’altezza delle aspettative e ha accolto le esigenze che noi,  come parte pubblica, avevamo posto. Altro che dubbi, mi pare sia la via maestra: il fatto che la pubblica amministrazione sia in grado di svolgere attraverso proprie personalità delle elaborazioni di questo tipo è, primo, un fatto di trasparenza assoluta; secondo, permette un risparmio non indifferente di quattrini perché lavorano strutture già pagate per fare questo tipo di lavoro. Devo dire mi incuriosisce che si vada a teorizzare tutto ed esattamente il contrario di tutto. Ci siamo mossi da manuale, così come fanno in Francia ed in Germania, dove le professionalità pubbliche lavorano e si assumono le proprie responsabilità.

L’ordine degli architetti però si è subito inserito nella polemica avvalorando le parole della vicepresidente Targetti.
Infatti, pensano ai quattrini e non alla città e questo mi preoccupa; non è bello, non è affatto bello. Si dovrebbe essere contenti che la pubblica amministrazione abbia avuto la forza, la capacità, l’intelligenza, il coraggio di mettere in campo le proprie professionalità. Capirei una discussione di merito, ma ormai il merito non interessa più a nessuno. Quindi deduco, visto che su questioni di merito nessuno ha sollevato problemi, che interessino solo i quattrini. Siamo nel giusto, io sono per andare avanti.

 
 

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