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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Affittopoli, Stella: " 85 contratti sottoscritti dalla giunta Renzi"

Massima disponibilità per tutte le verifiche del caso, e della Corte dei Conti. Per l'assessore Falchetti: qualcuno ha preferito fare la "giornalata" senza effettuare prima le opportune verifiche

Ben vengano i controlli e le verifiche del caso sugli affitti commerciali. E ben vengano le verifiche della Corte dei Conti. E’ questo il messaggio che la giunta ha espresso per bocca dell’assessore Falchetti (in procinto di lasciare Palazzo Vecchio per occupare la poltrona della presidenza di Mercafir) durante l’odierna sessione del consiglio comunale sulla vicenda degli affitti commerciali assegnati con canoni al ribasso. “Questa amministrazione non ha niente da nascondere – ha affermato l’assessore al bilancio ed al patrimonio comunale Angelo Falchetti – ed è assolutamente disponibile a commissioni, analisi e controlli. Qualcuno, però, ha preferito fare la “giornalata” senza effettuare prima le opportune verifiche”.

Il dibattito in aula è stato comunque aspro; le parole pronunciate nel salone dei Duecento da Falchetti non hanno spento la polemica. Il più agguerrito in aula e Marco Stella del Pdl, nonché presidente della commissione controllo: “sono stati sottoscritti dall'amministrazione Renzi ben ottantacinque contratti d'affitto, con quali criteri? Anche l'amministrazione Renzi è coinvolta in prima persona in questa vicenda, non si può tirare indietro. Nel 2009 sono stati stipulati dodici contratti, nel 2010 sessantaquattro, mentre nel 2011 fino ad oggi ne sono stati sottoscritti nove. Questi contratti con quali criteri sono stati rinnovati?”. E poi continua con un calcolo matematico illustrativo: “il totale dei metri quadri complessivi dei fondi commerciali è di 7.770 mq; se dividiamo la cifra complessiva di 1.567.858 euro per la metratura, scopriamo che il Comune incassa soltanto 203 euro annui a metro quadro, e se dividiamo il dato per dodici mesi, otteniamo 16,96 euro al metro quadro al mese. Ora anche la Corte dei conti ha aperto un fascicolo, visto che il centro sinistra in consiglio comunale ha scelto di non fare chiarezza crediamo che si sia persa l'ennesima occasione di trasparenza”.

Secondo l’assessore Falchetti, tuttavia l’operazione condotta dal Pdl è molto superficiale, “perché i dati emersi non sono stati analizzati nel dettaglio, filtrati con rigore e controllati, ma presi, girati agli organi di stampa, con l’obbiettivo di condurre un’operazione politica finalizzata a discreditare l’amministrazione. Non si possono fare affermazioni del genere senza entrare nel merito, ad esempio si è parlato di una villa concessa alla Cassa di Risparmio per zero euro l’anno: si tratta, della previsione della convenzione urbanistica di Novoli e lì c’è un asilo nido della CRF”. Il punto su cui preme la giunta e la maggioranza di Palazzo Vecchio è quello di dimostrare che i numeri, se letti in maniera asettica, possono fornire una visione globale fuorviante e distaccata dalla realtà: non tutti i metri sono gli stessi, non tutti i locali sono spazi commerciali e non si può fare una valutazione al “chilo”, tanti metri, tanta ipotetica spesa. In pratica se nel computo totale sono calcolati i magazzini, i sottoscala, gli spazi restaurati o comunque ammodernati e “li paragoniamo all’affitto che esborsa annualmente un locale come può essere Gilli, è pacifico che i conti non possano tornare".

Secondo Falchetti, e l’intera giunta, non esiste quindi nessun caso “affittopoli”, e non si può parlare di prezzi al di sotto del mercato: “se i fondi non fossero affittati a prezzi di mercato sarebbe un problema. Ma ancora non mi sono imbattuto in nessun caso controverso. Non è una scelta politica, qui c’è l’applicazione del codice civile; le uniche scelte politiche avvengono in consiglio sulla base dei regolamenti. La verifica, controllare cioè che questi regolamenti siano applicati è sì un obbligo della giunta, ma anche del consiglio”.

ASSOCIAZIONI - La polemica sui fondi commerciali prosegue di pari passo con quella sugli affitti per le associazioni. Il tema è lo stesso, ma la faccenda in questo caso è più delicata. Tocca alla neo parlamentare Tea Albini, il compito di difendere le scelte sulle associazioni: “A Firenze un caso “affittopoli” non c’è mai stato, dovreste affrontare questo tema a Milano non a Firenze (ogni riferimento alla vittoria di Pisapia sulla Moratti è del tutto scontato). Rivendico la scelta politica di dare ad associazioni locali a prezzi stracciati, perché svolgono spesso attività culturali o sociali molto importanti, lo sottolinea il fatto che questi prezzi sono sanciti da una famosa delibera voluta da tutti e che è stata già rinnovata e confermata più di una volta”. Di diverso parere il consigliere Tommaso Grassi: “basandosi su quanto già a nostra conoscenza riteniamo che sulle assegnazioni degli spazi alle associazioni debba essere garantita trasparenza ed equità di trattamento. Noi crediamo che se fosse stato emesso un bando le richieste sarebbero state molte di più, ne sono testimonianza la cronica mancanza di spazi per le associazioni, di cui sono stato testimone diretto nello scorso mandato al Quartiere cinque. Non è assolutamente accettabile che si possa procedere ad affidamenti diretti senza bando”.
 

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