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Allungamento della pista di Peretola: "Troveremo un consulente serio"

La richiesta per dell'ente nazionale aviazione civile è di una pista di 2480 metri, mentre in accordi precedenti tra Regione e lo stesso ente la lunghezza della nuova pista era stata fissata in 2000 metri

Chi pensava che la questione aeroporto di Peretola, relativa all'allungamento della pista dello scalo fiorentino, fosse terminata con l'approvazione del Pit in Consiglio regionale si sbagliava di grosso. Ieri mattina un punto interrogativo di proporzioni gigantesche è stato messo a tutta la questione. Il 'problema' è stato causato dal fatto che da Enac sia arrivata una bordata all'accordo che la Regione Toscana aveva da prima con la stessa Enac: una pista di 2000 metri. Invece, come una lettera scarlatta, è arrivata un'indicazione scritta dai tecnici in cui si spiega che la nuova pista dovrà essere di 2480 metri se si vuol far atterrare alcune tipologie  di aerei. La missiva, inviata al Consiglio regionale della Toscana, era firmata dal direttore Alessandro Cardi.

Un cambio che ha suscitato un vespaio di polemiche. Subito si sono susseguite le dichiarazioni. Da quella del governatore Enrico Rossi “o di 2000 metri o non ci sarà pista” a quella del presidente della Provincia Andrea Barducci “visto il grosso pasticcio che è scaturito in merito all’effettiva lunghezza della nuova pista che si vorrebbe realizzare a Peretola accogliamo volentieri l’invito di Enac: all’occorrenza ci troveremo un consulente serio e preparato, soprattutto che sia in grado di non sbagliare di 400 metri la lunghezza di una pista”.   

LE INDICAZIONI DI ENAC

Tutto questo inghippo è successo quando proprio al Ministero era in corso l'incontro tra il sottosegratario D'Angelis e l' Enac.

"Se c'e' una cosa che non possiamo permetterci, e il governo non puo' consentire, e' l'immobilismo – spiega il sottosegretario D'Angelis-. C'e' bisogno di attrarre, portare turisti, creare lavoro e far competere i territori con un piano nazionale degli aeroporti che presenteremo a fine novembre e che definirà il quadro di sviluppo italiano. La Toscana, per il governo, e' oggi il modello di riferimento nelle governance aeroportuali grazie alle scelte condivise che ci hanno permesso di scalare la serie A uscendo dal cono d'ombra del declassamento di Pisa e Firenze a scali di interesse regionali e marginali. La costituzione della holding regionale deve spazzare via ogni timore e rendere anacronistico discutere come se fossimo nel medioevo tra città in guerra e dentro le mura".

Il sottosegretario nel suo intervento ha sottolineato che non si parla di scali separati, per Firenze e Pisa, su base regionale ma scali con “un ruolo strategico nel panorama nazionale”.

“L'aeroporto di Firenze vede confermata – continua il Sottosegretario - anche nell'incontro di ieri con Enac, la tipologia di scalo a medio raggio con il vincolo della pista monodirezionale. Da Firenze, in sostanza, non partiranno mai gli aerei di grande potenza per voli intercontinentali a lungo raggio di categoria sopra la classe C. La lunghezza della pista e le prescrizioni previste oggi da Enac non rimettono in discussione lo schema dei due aeroporti, che resta una scelta strategica delle istituzioni, ne' tantomeno il ruolo di Pisa che e' centrale nel sistema toscano”.

Infine sempre secondo il Sottosgretario D'Angelis: “La pista di 2.400 metri, piu' i 240 metri di resa in testa e in fondo alla pista non asfaltati, ha chiarito Enac, non e' un modo per cercare di ingrandire l'aeroporto di Firenze oltre il ruolo previsto, ma consente maggiore sicurezza e minori impatti ambientali sia in termini di rumore che di qualita' dell'aria”.

Assolutamente contrari il consigliere comunale di Sinistra Ecologia e Libertà Tommaso Grassi e il coordinatore cittadino di SEL Antonio Imprescia “l'allungamento di quattrocento metri della pista dell'aeroporto di Peretola richiesto da ENAC certifica una realtà che in troppi hanno fatto finta di non vedere: lo sviluppo del Vespucci non solo è ambientalmente e urbanisticamente incompatibile con l'area metropolitana, ma anche insostenibile dal punto di vista economico. Gli Enti coinvolti, a cominciare dalla Regione, tornino sui loro passi e rinuncino ad un'opera inutile e dannosa per Firenze e i fiorentini”.

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