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Terremoto Pd: con la scissione Rossi rischia la poltrona

Sabato l'appuntamento pre-assembleare con il governatore protagonista: se cambia partito può saltare il suo ruolo in Toscana

Sarà un fine settimana di fuoco quello che vivrà il Partito democratico. Lo spettro della scissione è sempre più concreto e la scintilla che potrebbe far scoppiare l'incendio è l'assemblea in programma al Testaccio sabato ed organizzata proprio dal governatore della Toscana Enrico Rossi. A partecipare dovrebbero esserci anche gli altri due candidati alla segreteria, Michele Emiliano e Roberto Speranza. Un'occasione mirata a serrare le fila della minoranza in vista dell'assemblea del partito in programma domenica e in cui si decideranno le date del congresso. E se i tempi congressuali, contro le richieste di una parte del partito, rimarranno brevi come vuole Renzi, la rottura potrebbe essere davvero inevitabile.

Rossi, Speranza ed Emiliano (con i vari D'Alema e Bersani), potrebbe dunque finire in un nuovo partito che nascerebbe a sinistra del Pd. E non può sfuggire che, essendo proprio il governatore a fare da collante verso il divorzio fra renziani e progressisti, questo potrebbe avere ripercussioni politiche serie. A partire dal ruolo che Rossi ha in Toscana. In Consiglio regionale la maggioranza dei componenti Pd è oggi vicina al segretario Matteo Renzi. E anche se, come abbiamo già visto più volte, le cose possono cambiare anche molto rapidamente, la poltrona di Rossi, insieme a quella dei suoi assessori, non è più così stabile. Proprio in queste ore sono molti gli amministratori locali ad ammonire proprio rispetto a questo rischio.

Nelle scorse settimane in Regione si sussurrava che sarebbe stato lo stesso governatore a pensare di lasciare la sua carica per tentare l'avventura romana. Una carta che appariva però molto rischiosa per il Pd e il suo futuro al governo della Regione. Ma ora che Rossi potrebbe (per ora) solo cambiare partito, e magari assumere un ruolo di prim'ordine al suo interno, si pone un problema politico. Soprattutto perché riguarda la Regione in cui il renzismo è nato ed ha trovato (e trova oggi) molti dei suoi esponenti su cui lo stesso segretario fa leva. In questi giorni c'è grande fermento in Consiglio regionale, più che per il "caso Rossi", per predisporre i documenti e le mosse (fronte Renzi soprattutto) in vista dell'assemblea. Quello che accadrà dopo è tutto da scoprire e non sembra scontato. Ma di certo c'è che da oggi Rossi (e il Pd) in Regione non è più una certezza.

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