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All'Isolotto il Pd sprona il suo popolo: “Partita aperta, se vince la destra diventiamo il Paese amico di Orban”

Manifestazione di piazza con esponenti di partito e candidati, c'è anche Stefano Massini: “Temo di svegliarmi con un Paese che sui diritti torna indietro come l'Ungheria”

Un migliaio di persone ieri sera in piazza dell'Isolotto, dove il Pd fiorentino aveva chiamato in piazza il proprio popolo per l'ultimo grande evento pubblico di partito prima delle elezioni di domenica prossima, 25 settembre.

Oltre al sindaco Dario Nardella, che in precedenza era stato al raduno di Monza dei cinquecento primi cittadini dem voluto dal segretario Enrico Letta, presente tutto l'organigramma fiorentino: i segretari cittadino e metropolitano Ceccarelli e Marini, consiglieri comunali e di quartiere, i candidati, a partire da Federico Gianassi (collegio uninominale della Camera di Firenze) ed Emiliano Fossi, l'ex sindaco di Campi Bisenzio schierato nel collegio Scandicci-Piana.

“La partita è del tutto aperta ed il Pd è l'unico partito che può battere i candidati del centrodestra”, arringa il popolo dell'Isolotto Nardella, chiamando, come tutto il partito fa da tempo, al 'voto utile', considerando una legge elettorale che assegna un terzo dei seggi in parlamento in collegi uninominali.

“Il nostro buon governo lo dimostriamo nelle città che amministriamo - prosegue il sindaco -. A differenza del centrodestra, che propone assurdità come la flat tax, che colpisce i più deboli, noi vogliamo una quattordicesima mensilità per i lavoratori dipendenti, il taglio al cuneo fiscale, la sanità pubblica”.

A Monza, poche ore prima, Nardella aveva invece sottolineato il ruolo fondamentale degli indecisi. “Nei prossimi cinque giorni di campagna elettorale si decide il futuro dei prossimi cinque anni e ancora quattro italiani su dieci non hanno deciso chi voteranno. Dobbiamo convincerli”, le parole del sindaco.

Nelle stesse ore il leader della Lega Matteo Salvini era sul prato di Pontida. E Nardella rimarca le differenze con i dem: “Due modi diversi di vedere il Paese. Pontida tifa per Putin, noi esprimiamo solidarietà al popolo ucraino e siamo per un'Europa forte, Salvini propone un sistema fiscale ingiusto mentre noi lo vogliamo progressivo e mettiamo al centro il lavoro”.

Fossi si dice invece convinto che “il vento sia cambiato e la vittoria è a portata di mano”. “Noi sul territorio ci siamo sempre e le persone che devono votare lo sanno bene, non come la destra che passa a Firenze solo prima delle elezioni”, aggiunge Gianassi.

Infine, un passaggio su Orban, il primo ministro ungherese “amico” di Giorgia Meloni, a capo di un Paese condannato dall'Unione Europea per la restrizione di diritti fondamentali come la libertà di stampa e la magistratura indipendente, al centro delle cronache anche per il ritorno indietro su diritti che sembravano acquisiti come l'aborto.

“A Firenze qui in piazza c'è il vento dell'Europa, a Pontida nella piazza di Salvini soffia il vento dell'Ungheria”, scandisce Nardella. Sul palco sale anche Stefano Massini, che ribadisce gli stessi concetti. Con Meloni al governo, dice, “ci sveglieremmo in un Paese che fa il tifo per Orban e che sui diritti - sottolinea il critico teatrale -, torna indietro di decenni”.

Elezioni: tutte le liste dei candidati

Le interviste ai candidati:

Mallegni (Forza Italia): "Noi garanzia contro i sovranisti del centrodestra"

Gianassi (Pd): "Ecco il 'modello Firenze' che porto a Roma"

Quartini (5 Stelle): "Il mio impegno per la sanità pubblica, il vivere bene parte da lì"

Cecchi (Unione Popolare): "Fermare la strage dei morti sul lavoro e salario minimo"

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