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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Alla lettera-appello per Marco Pannella aderiscono anche Renzi e Rossi

Nella lettera, pur condividendo le ragioni della protesta, si inviata il leader dei radicali a non protrarre lo sciopero. Per questo gli propongono uno sciopero a staffetta

Marco Pannella si è giocato tutto e ha messo in ballo tutto: la vita, quella che sta rischiando con lo sciopero della fame e della sete per denunciare l’emergenza carceri. Sovraffollamento, scarsa igiene, condizioni al limite dentro le celle, depressione ed infine suicidi. Sono questi i mali che ogni giorno affliggono gli istituti penitenziari italiani. Gli stessi nodi contro cui da giorni si sta battendo Pannella. Una battaglia pericolosa, che ha messo a dura prova il suo fisico. Per questo ha accettato la reidratazione anche se, come sottolineato nell’ultimo bollettino medico, le condizioni dei suoi reni sono sempre critiche.

Così dopo essersi mosse le più alte cariche dello Stato, in Toscana è stata lanciata la lettera appello a Pannella, nella quale si condividono i motivi della sua protesta, ma si invita a interrompere il digiuno e si promette al leader radicale che i firmatari intraprenderanno, per un giorno, a staffetta, uno sciopero della fame. Un’iniziativa intrapresa partita dal consigliere regionale del Pd Enzo Brogi in accordo con i radicali fiorentini a cui hanno aderito anche il sindaco di Firenze Matteo Renzi e il governatore della Toscana Enrico Rossi. Con loro anche Marco Taradash, consigliere regionale del Pdl, i musicisti Erriquez Greppi e Dolcenera, il regista Alessandro Benvenuti e il vignettista Sergio Staino.

“Caro Marco – si legge nella lettera – indipendentemente dalle posizioni e dai programmi del partito Radicale, che si possono condividere o non condividere, i motivi che ti hanno determinato a minacciare prima, e a intraprendere ora un nuovo digiuno, questa volta totale, non possono non essere condivisi. Le tue richieste sono giuste e legittime, nella loro immediatezza oltre che nel loro contenuto”. “Da dieci giorni – si legge ancora – seguiamo con seria preoccupazione i bollettini medici sul tuo stato di salute e proprio per questo vogliamo farci carico della lotta per l’amnistia, per la giustizia e per la libertà, per il ripristino della legalità e del rispetto della dignità all’interno delle nostre carceri”.

I firmatari spiegano che “armati di nonviolenza, con i nostri corpi, con il ruolo che ricopriamo, intraprenderemo, a staffetta, uno sciopero della fame, sperando, con forza e caparbietà, che il Parlamento italiano conceda un provvedimento di amnistia e si attivi con atti urgenti per porre rimedio all'emergenza carceraria”.

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