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L'Ordine dei Medici striglia la politica: "Poca sanità nei programmi, bisogna assumere e non privatizzare"

I candidati a Firenze parteciperanno ad un dibattito sul tema presso la sede dell'ordine

"Vogliamo portare all'attenzione della politica le problematiche del nostro mondo", anche perché "la situazione e le necessità di medici e infermieri ci sembrano poco presenti nei programmi e nelle manifestazioni dei vari candidati. Non vorremmo che i politici si stiano dimenticando degli eroi della sanità".

Il presidente dell'Ordine dei medici di Firenze, Pietro Dattolo, striglia la politica e lancia così l'incontro che i camici bianchi hanno organizzato con i candidati cittadini al Parlamento. Un incontro promosso dall'ordine mercoledì prossimo (dalle 20 nella propria sede, in via Vanini 15) "per parlare delle emergenze sanitarie" e che vedrà confrontarsi Federico Gianassi (Pd, Sinistra Italiana e Verdi), Angela Sirello (Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia), Lucia Annibali (Azione e Italia Viva), Andrea Quartini (Movimento 5 Stelle), Stefano Cecchi (Unione Popolare), Vera Balsimelli
(Italexit), Corso Sottili (Pci), Massimo Orlandini (Italia Sovrana e Popolare).

Secondo Dattolo "chiunque vinca, qualsiasi governo si formi dopo le elezioni, nessuno si deve dimenticare del mondo della sanità: imprescindibile la tutela del sistema sanitario nazionale e regionale, universale e gratuito per tutti. Non sopporteremo forme più o meno aperte di privatizzazione, quindi l'impegno per tutti i candidati a battersi affinché il sistema sanitario rimanga accessibile a tutti".

In questo senso "servono finanziamenti ad hoc per il personale. Bisogna investire in assunzioni, formazione e vanno riviste le retribuzioni che devono essere adeguate alle professionalità e al gravoso impegno che medici e infermieri".

Secondo l'ordine, infatti, con gli "organici ridotti all'osso" c'è "necessità di assunzioni di medici e infermieri visto che nel giro di pochi anni, nella nostra regione, mancheranno circa 4.000 medici". Inoltre "va rafforzata la sanità territoriale per limitare gli accessi ai pronto soccorso. Serve, dunque, accelerare il percorso sulle case della salute e gli ospedali di comunità".

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