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Opg di Montelupo chiuso a primavera 2015. Per il futuro si pensa ad albergo

L'ospedale psichiatrico giudiziario chiuderà entro la primavera 2015 e la Villa Medicea sarà disponibile per usi civili, in un'ottica di valorizzazione della città. Dalla Cassa Depositi e Prestiti ipotesi funzione turistico-ricettiva

Per Montelupo Fiorentino si prefigura una svolta epocale: l’ospedale psichiatrico giudiziario chiuderà entro la primavera 2015 e la Villa Medicea sarà disponibile per usi civili, in un’ottica di valorizzazione della città.

È questo in sintesi il senso della tavola rotonda tenutasi ieri sera nella sala del Consiglio Comunale di Montelupo Fiorentino alla quale sono stati chiamati ad intervenire il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, Roberto Reggi, direttore dell’agenzia del demanio, Franco Bassanini, presidente della Cassa depositi e prestiti e Carmelo Cantone, direttore interregionale del DAP.  Ciascuno degli interlocutori ha aggiunto un tassello importante per definire la situazione.  La Regione Toscana con il Presidente Rossi e l’assessore alla sanità Luigi Marroni ha chiarito la situazione in merito alla chiusura dell’opg.

“Abbiamo presentato al Ministero un progetto innovativo per il superamento degli opg che è stato approvato e ritenuto particolarmente innovativo; ed è già previsto uno stanziamento di 12 milioni di euro per la sua attuazione. Alla fine dei conti la situazione più complessa riguarda 28 persone che hanno sia la necessità di essere curate che quella di essere contenute. Rispetto al passato è prevista un’inversione della logica di trattamento per cui prevarrà la componente sanitaria”, ha spiegato l’assessore Marroni.

Per Rossi si tratta di una decisione storica che cambia una situazione che affonda le sue radici nel 1886 quando la struttura venne adibita a Manicomio Criminale, per poi divenire ospedale psichiatrico giudiziario nel 1975. “Il nostro impegno è chiaro: chiuderemo l’opg entro la primavera 2015, lavoreremo perché la progettualità sul futuro della Villa sia in capo al Comune e avvieremo da subito il percorso affinché anche la struttura dell’Ambrogiana venga riconosciuta dall’Unesco patrimonio dell’umanità », ha chiarito Rossi.

Ovviamente la strada che dalla chiusura dell’opg conduce alla possibilità di cominciare a delineare un nuovo futuro per la Villa è lunga e tortuosa. Uno di questi è certamente Cassa di Depositi e Prestiti, il cui presidente Franco Bassanini è intervenuto alla tavola rotonda ipotizzando diversi scenari per il futuro.  In particolare ha posto l’accento sull’opportunità di ricercare un partenariato privato e di destinare la struttura almeno in una sua parte ad una funzione turistico/ricettiva.

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