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P.E.E.P. di Cerbaia e di Badia a Settimo: "Non eravamo degli sciocchi visionari"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FirenzeToday

Sui P.E.E.P. di Cerbaia e di Badia a Settimo, e in generale sull’edilizia convenzionata, avevamo ragione! Dopo anni di inutili dibattiti, la conferma definitiva arriva da quattro semplici commi (i 376, 377, 378 e 379) inseriti nell’ultima Legge di Bilancio di recente approvata (L. 178/2020).

Questi si occupano delle procedure esecutive degli alloggi realizzati in regime di edilizia convenzionata e tra questi merita di essere riportato uno in particolare, il comma 377: nel caso in cui l’esecuzione sia già iniziata, il giudice dell’esecuzione procede alla sospensione del procedimento esecutivo nelle modalità di cui al comma 376 per consentire ai soggetti di cui al citato comma 376 (cioè ai Comuni e agli enti che hanno eventualmente erogato finanziamenti, n.d.r.) di intervenire nella relativa procedura al fine di tutelare la finalità sociale degli immobili e sospendere la vendita degli stessi (sottolineatura nostra).

Sulle “tutele” e sulla “finalità sociale” degli immobili abbiamo speso fiumi di parole per cercare di far comprendere all’allora Giunta comunale (in continuità con l’attuale) quanto un suo intervento avrebbe garantito le posizioni dei 300 e passa cittadini interessati da quei P.E.E.P..

Purtroppo, conosciamo bene l’epilogo di quella vicenda e non ci ritorneremo, basti solo ricordare che ogni tentativo fu inutile perché da parte del Comune si continuò a ripetere che la vicenda riguardasse dei rapporti privati tra soci e cooperative.

Oggi, anche se a distanza di un decennio, crollano in un sol colpo tutte le bugie raccontate insistentemente da chi aveva il compito istituzionale di proteggere i suoi cittadini e non l’ha fatto. Sarebbe bastato far valere proprio quella “finalità sociale” – oggi semplicemente ribadita perché sempre esistita – per cambiare in meglio le sorti dei tanti cittadini che allora chiedevano solo una giustizia sociale mai arrivata.

Sarebbe bastato solo un po’ di coraggio, o forse un po’ più di indipendenza, da parte dei governanti e, non dimentichiamolo, anche dei tecnici comunali, per evitare alla nostra Città una ferita che il tempo non potrà mai rimarginare, che anzi potrà solo acuire.

A noi rimarrà la magra consolazione di poter dire: “Noi l’avevamo detto!”, ai cittadini rimarrà un mutuo pesantissimo da pagare senza essere dovuto, nella consapevolezza che lavoreranno per anni sapendo che quei soldi e quelle energie saranno sprecati.

Valerio Bencini. Capogruppo M5S e Bruno Tallarico Consigliere M5S

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