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Tav: il tunnel scricchiola, torna di moda il passaggio in superficie

Le indiscrezioni della Cisl, Rfi che smentisce ma non nega il percorso in salita. C'è poi il problema delle autorizzazioni. Rossi e Nardella tuonano: "Ferrovie ci faccia vedere le carte". E Idra: "Finalmente, ma responsabili paghino tutto"

Tutto è partito da “un’indiscrezione” della Cisl: Ferrovie e Rfi starebbe pensando di abbandonare il progetto del sottoattraversamento Tav di Firenze per virare in un progetto di superficie. In pratica mettere in un cassetto e chiudere a chiave i tunnel del passante AV, le due gallerie sotterranee, dedicate ai treni velocissimi. Nessuna fresa, la cosiddetta talpa, ad addentare il sottosuolo fiorentino, nessuna Foster, la cattedrale-stazione anche essa sottoterra, ma tutto, stando sempre alle indiscrezioni della Cisl, sotto la luce del sole e con un focus progettuale preciso: la stazione di Campo di Marte, bidirezionale rispetto a Santa Maria Novella (che è monodirezionale). Uno scenario che di colpo andrebbe a cancellare sulla carta 17 anni di politica, accordi, ingegneristica, progettualità, ma anche le battaglie dei comitati, le inchieste, le intercettazioni, una mole spaventosa di denaro pubblico già speso. Sulla carte, perché il grosso è ancora da fare e perché dietro, inevitabilmente resterebbero le macerie: due cantieri cratere grandi come crateri a Campo di Marte e agli ex Macelli.

Tutto vero? “No” si affretta a dire l’ingegner Maurizio Gentile, ad di Rfi che questa mattina su Repubblica Firenze spiega: “Trasferiremo tutto il controllo del tratto ferroviario Rifredi-Santa Maria Novella-Campo di Marte in quest' ultima stazione solo per gestire in modo più efficace il traffico ferroviario”. Un intervento già previsto, come a Bologna: “E’ il tunnel in ritardo, non è in anticipo il potenziamento di Campo di Marte”. E ancora: “non esistono ipotesi alternative e, in ogni caso, andrebbero individuate con le istituzioni, Regione e Comune in primis”. 

Una sorta di soluzione ponte, in sostanza, in attesa che sia sciolto il nodo delle terre di scavo (a fine estate il Cnr dovrebbe pronunciarsi). Anche se non mancano i problemi: come le autorizzazioni, quelle che il tempo, in un immobilismo che dovrebbe far pensare, ha praticamente disciolto. E c’è poi la vecchia prima ‘pista’, scartata nel ’90 ed oggi ritornata attuale: il passaggio in superficie.

ROSSI – NARDELLA Insomma arrivano le smentite ma anche le perplessità. Della serie, qualcosa sembra muoversi. Non è un caso che il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, abbia tuonato: “Ferrovie e Rfi ci facciano vedere le carte”. Così come il sindaco di Firenze, Dario Nardella: “Ferrovie deve farci comprendere quale è lo stato di avanzamento” dei lavori, “quale è la situazione, i loro obiettivi e le loro prospettive”. Sindaco che prende atto delle dichiarazioni di Gentile, “però allo steso tempo- prosegue Nardella- mi preoccupo del futuro della mia città. Penso che i fiorentini abbiamo il diritto di sapere se un’opera pubblica così rilevante sarà terminata e come”.

IDRA – Se il tunnel sarà definitivamente accantonato in favore di una soluzione di superficie “sarebbe finalmente una scelta di buon senso”, però “credo che ci siano tutti i presupposti per far pagare l’enorme danno erariale a chi è co-responsabile” dell’opera. E’ netto la posizione di Girolamo Dell’Olio il presidente dell’associazione ecologista fiorentina Idra. “Dovremmo fare alla svelta, senza rischi di prescrizione. Da Firenze, infatti, potrebbe partire un segnale a tutto il Paese, la democrazia che porta il conto: si sappia cosa rischiano quegli amministratori che si incaponiscono e scommettono i soldi degli italiani, perché non si può giocare con i soldi pubblici”. In particolare, continua Dell’Olio, questa vicenda potrebbe “mettere in luce, una volta per tutte, come l’istituto del general contractor sia una figura criminogena, la madre di tutti i problemi”.
 

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