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Martedì, 16 Aprile 2024
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Di Fede: “Nessun numero chiuso nelle scuole superiori”

L'assessore provinciale Di Fede ha spiegato che non ci sarà "numero chiuso ne limitazioni sugli indirizzi" delle scuole superiori. Dai dati emerge una media per aula di 25 studenti e la perdita di oltre 70 cattedre

Si è tenuta questa mattina una conferenza stampa dell’Assessore all’Istruzione della Provincia di Firenze Giovanni Di Fede. Oggetto dell’incontro la situazione nelle scuole superiori e i dati sulle iscrizioni per l’anno 2011/2012. La panoramica dei numeri è di sostanziale parità con l’anno in corso. In definitiva gli studenti iscritti nelle prime classi aumentano di circa 130 unità (da 8009 dell’anno in corso a 8141 del prossimo anno scolastico), compreso il Circondario Empolese Valdelsa.

Si conferma il calo dell’indirizzo classico, mentre aumenta la formazione scientifica, anche grazie all’opzione scienze applicate; aumenta di 30 unità anche il liceo musicale (gli studenti vengono ammessi dopo una prova di esame); continua a crescere anche la formazione artistica, mentre diminuisce l’appeal dell’istruzione professionale e resta stabile l’indirizzo tecnico.
I dati. I ragazzi iscritti alle prime classi per l’anno 2011/2012 sono 6542 per l’area fiorentina e 1599 per il Circondario Empolese Valdelsa, per un totale complessivo di 8141 alunni, che ipoteticamente saranno distribuiti in 327 classi, oltre 24 per aula. Nelle ipotesi di Palazzo Medici Riccardi, il numero di classi al momento mancanti dovrebbe ammontare a 18, di cui 11 nell’area fiorentina e 7 nell’Empolese Valdelsa. Per l’anno scolastico 2011/2011, invece, i numeri sono questi: 6364 gli alunni di prima superiore nel fiorentino, 1645 nell’Empolese Valdelsa per un saldo di 8009.


Niente numero chiuso. L’Assessore Di Fede si è espresso anche in merito alla tematica del “numero chiuso” nelle scuole superiori. “Il numero chiuso non esiste – spiega Di Fede - Stiamo parlando di scuola dell'obbligo: chiunque utilizzi questa espressione sa bene che si tratta di un termine assolutamente improprio. Dalla Provincia di Firenze non esiste nessuna limitazione di scelta da parte di famiglie e studenti. Al sovraffollamento degli istituti scolastici abbiamo sempre risposto cercando di trovare la soluzione più ragionevole”. “Non possiamo comunque nascondere che esistono dei problemi relativi alle strutture – prosegue l’Assessore provinciale all’Istruzione – specialmente nel centro della città di Firenze, dove ci sono edifici per lo più vincolati dalle Belle Arti, nati non tanto per ospitare delle scuole, ma per altri tipi di funzione. Dobbiamo continuamente ingegnarci per ricavare spazi sempre più sicuri e confortevoli anche in queste scuole: questo ci porta a dover programmare lavori e cantieri anche per più di un anno, perché si tratta di opere molto delicate”.


Le cattedre. Relativamente al previsto taglio delle cattedre, l’Assessore all’Istruzione ha precisato che “in tutta Italia, nelle scuole superiori, si calcolano tagli per 9mila cattedre. A livello provinciale, ancora una volta per gli istituti superiori, siamo nell’ordine delle 70-80 cattedre. Questo si tradurrà in un aumento del numero di studenti presenti in classe e quindi, forse, anche in qualche problema strutturale in più. In questo senso, l’indirizzo turistico e di scienze umane che abbiamo chiesto a Pontassieve e a Sesto Fiorentino e l'opzione per le scienze applicate potrebbero avere qualche conseguenza in negativo”.


La vicenda dei distributori e dei bar a scuola. Nel corso dell’incontro con i giornalisti l’assessore Di Fede ha inoltre chiarito gli aspetti normativi che riguardano la richiesta avanzata ai vari istituti, affinché i rimborsi per il consumo di energia elettrica da parte dei gestori dei bar e ai distributori automatici di cibo e di bevande installati all’interno delle scuole vengano destinati direttamente alla Provincia e non alle direzioni dei singoli istituti. “Il 16 marzo ci vedremo con tutti i dirigenti scolastici per affrontare la questione definitivamente – ha spiegato l’Assessore provinciale – La questione ha preso avvio alcuni anni fa a seguito di un rilievo della Corte dei Conti che si era mossa dopo una sollecitazione giunta dell’allora preside del Pontormo di Empoli. Alla fine dei controlli la magistratura contabile ci ha chiesto di metterci in regola e noi l’abbiamo fatto. Il cuore della vicenda è questo: siccome l’energia elettrica, utilizzata anche da chi gestisce i bar e i distributori all’interno delle scuole, viene pagata dalla Provincia, i rimborsi devono andare alla Provincia e non alle singole scuole, come invece prevedono gli accordi presi nel tempo dai vari istituti. Quelle che abbiamo chiesto alle scuole non sono assolutamente ‘multe’, ma ‘bollette’ da regolarizzare. I fondi che recupereremo saranno reinvestiti per le stesse scuole, ma il senso del nostro gesto intende semplicemente tutelare l’amministrazione, i dirigenti scolastici nel rispetto della legge”.
 

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