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Pd, Nardella: “Sfidiamo Renzi e cambiamo nome. Se temo scissioni a rate? Sì”

Il sindaco di Firenze a Repubblica: “Riprendiamo un'iniziativa politica fore e sui temi sfidiamo l'ex segretario”

Non farsi schiacciare dall'asse governo-Renzi-Salvini, superare le divisioni interni e rilanciarsi sulla scena politica nazionale, anche con un cambio di nome.

A chiederlo al Pd, con un'intervista uscita oggi su La Repubblica, è in sindaco di Firenze Dario Nardella, che dopo la netta vittoria al primo turno alle amministrative di maggio sta cercando di costruirsi sempre più spazio anche a livello nazionale.

“Il Pd riprenda un'iniziativa politica forte parlando all'area più riformista del Paese e sfidando pure Renzi sui temi. Il tema non è cosa fa Renzi ma cosa facciamo noi”, dice Nardella a Repubblica, confermando ad ogni modo che “resto nel Pd e faccio quale mie battaglie”.

Nessun passaggio dunque in Italia Viva, il nuovo partito di Renzi fondato ufficialmente all'ultima Leopolda (peraltro Nardella ha sempre dichiarato che non avrebbe seguito l'ex segretario dei dem in un nuovo soggetto politico).

Al segretario nazionale Nicola Zingaretti Nardella chiede “più intraprendenza”, perché “non possiamo perderci dietro al correntismo sterile e autoreferenziale”. E il sindaco di Firenze propone un “un congresso straordinario, per rifondarci”, e anche un cambio di nome: “chiamiamoci Democratici”.

Quanto al nuovo partito di Renzi “Italia Viva sbaglia ad attaccare il Pd, come ha fatto sulle tasse (la Boschi alla Lepolda sabato scorso ha bollato il Pd come 'il partito delle tasse' e anche la ministra dell'agricoltura Bellanova sul tema ci è andata abbastanza pesante, ndr). Ma nel Pd sbaglia – aggiunge Nardella -, chi demonizza Renzi”.

Quanto alle proposte politiche, “facciamo lo ius culturae, lanciamo proposte forti su ambiente e periferie - dice il sindaco -. Attrezziamoci per vincere Emilia Romagna (dove si voterà in gennaio, ndr) e Toscana (qui invece si voterà in primavera, ndr)”. Poi l'invito al proprio partito a “proporre una riforma elettorale in senso maggioritario”.

Su eventuali alleanze con il Movimento 5 Stelle, “un'alleanza politica con loro deve passare da un congresso programmatico. Altrimenti – dice, sempre a Repubblica, il primo cittadino -, rischiamo il matrimonio coi grillini più per paura di fallire le scadenze elettorali che per strategia politica”. Ad ogni modo “non sono per chiudere al dialogo. Il Pd sia perno di una coalizione che ragiona sia con Italia Viva che con M5s”.

Alla domanda se tema la scissione a rate, con la possibilità che altri 'renziani' rimasti nel Pd vadano verso Italia Viva, Nardella replica un secco “sì, anche perché queste continue scissioni sono il sintomo della crisi identitaria del Pd”.

Ieri sera si è dimesso il segretario fiorentino del Pd Massimiliano Piccioli. Questa domenica si vota in Umbria, con 5 Stelle e Pd che appoggiano lo stesso candidato (Bianconi). In caso di sconfitta potrebbero arrivare nuovi scossoni.

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